venerdì 7 dicembre 2007

un salto nel mondo civile (?!!?)

un salto nel mondo civile!dopo tre settimane di fragole siamo in libera uscita ed eccoci di nuovo tra voi affezionati lettori! qui le cose vanno bene anche se le fragole crescono piu' in basso di quanto mi ricordassi...
vivere in una sorta di eremo isolati dal resto del mondo ha i suoi vantaggi: largo spazio per le meditazioni sullo spazio tempo con gemelli che invecchiano alla velocita' della luce e e riflessioni sul senso del tempo....fra l'altro continuano le elucubrazioni sull'esistenza delle mosche che se possibile qui in west australia sono anche piu' numerose che in SA cmq pare che forniscano alcune importanti proteine quindi che qualcuno di tanto in tanto ci finisca in bocca non deve essere poi cosr' grave!!!!
nel frattempo fra una mosca e uno spuntino di tanto in tanto ci avventuriamo lungo le spagge della costa..nell'ultima spedizione ci siamo imbattuti nei resti di una balena morta che si era arenata fra le rocce qualche mese fa....del poderoso cetaceo non rimane ora che una massa bianchiccia e irriconoscibile a meta' fra il coriaceo e il molle..bello schifo direte voi..in effetti faceva un po schifo ma pare che se fossimo stati nei pressi qualche mese orsono lo schifo sarebbe stato molto di piu' e il tanfo paragonabile a quello delle peggiori discariche abusive!
il tempo tiranno le idee meno brillanti di quanto vorremmo quindi a presto...tornermo prima o poi...
vi si lascia con un inquitante statistica: in WA ogni anno spariscono circa 30.000 persone...PIU' O MENO VOLONTARIAMENTE..quindi... torneremo?

mercoledì 14 novembre 2007

il posto delle fragole

cari affezionati lettori, ci scusiamo per l'incostante andamento del nostro mondomosso ma la conciliazione di movimenti virtuali e reali non sempre risulta semplice...stiamo per sparire per un po...per maggiori informazioni chiedete a bergman...
vi lasciamo con qualche piccola chicca: il 2% del territorio auistraliano e' costituito dalle miniere....i pub complessivamente occupano una superficie maggiore!
l'80% della birra in australia e' bevuta dal 10% della popolazione...ovvio con il nostro arrivo le percentuali andranno aggiornate...studi scientifici internazionali hanno stabilito che per ogni abitante asutraliano ci sono esattamente 4673 mosche che nel corso della sua vita gli romperanno le palle!
vi faremo avere nostre notizie ...prima o poi!!!!
scrivete scrivete scrivete!

mercoledì 31 ottobre 2007

I do things I see people! For Barmera BP

Well, more than I do things, I see people!
our trip could not be the same if we didn't meet special people that have crossed their life with ours! so a special space in our moved and virtual world is for all barmera's bakcpackers!
Luke: the first that we met in the hostel, from england, with a little strange accent, he was the dj and the entratainer of pokies nigth in barmera, Saori&Tatsu, she girl of 1000 skills, every time quite, on the field she devoured the nectarine's trees and during the night she studied english, she was my heroine like Nana' supergirl!( for my birthday she gave me wafers, choccolate wafers!!! lovely!!), him , her boyfriend (careshi), tall, ascetic, sang for her, very cool style ( he liked garret's hairstyle and shoes...incredible!!! but with women he can choose very well). Than Hitomi and Yoshia, date everyday for Simpson at 6 pm, Huta & Mariko, so kind, he was a very good sushi chef and an artist, she was my origami's teacher, Seung flowers lover and Flinder who would like to come in italy, Daniel, the Robert Redford of Bamera beautiful, friendly, smart and last but not for importance Emi, so friendly and nice, my japaniese teacher with Saori, during the day you can hear her war voice "SIIIMMMBBBAAAAA!!!!" and who is simba? well sima was the nekoof the hostel..obviusly!!!

Lord of flies

Mi ha fregato, ecco come e` andata, lui e` risalito ed io sono sprofondato, sempre piu` in basso, nelle liquide e maleodoranti viscere della terra. State sperando che sia solo una morte simbolica? O forse, farisei , sperimentate il brivido piacevole della fine di un personaggio scomodo le cui storie noiose non vi hanno mai minimamente interessato?
Bene, io non sono il monaco in superficie, questo e` un dato di fatto, ne`sto spiando la scena da una griglia semicelata, o odo le voci provenienti da sopra il pavimento spesso di pietra. Queste cose lasciatele fare a Peter Parker. Questo non e` un fumetto! Qualcuno di voi vede forse delle figure? Immagini colorate? No, cazzo, ve lo dicevo, non e` un fottutissimo fumetto!
Come allora? Ve lo dicevo che c`entrava la metafisica. E voi a non credermi. Lo scrive e poi se lo scorda fra un cunicolo e l`altro, fra una ruota senza mani e una citazione da Mordecai o da W. Golding, che il mio medico curante leggeva gia` in tenera eta`. Non c`entra vero? Certo che non c`entra, fottuti sapientoni, ma quando la nera signora e` li` che vi tiene per mano, si rivede il trailer della propria misera vita e spesso accade che non sia quello che avevi preparato tu: e` proprio l`altro quello col materiale di scarto.
E` il leone, il fottuto leone di pezza a dirmi cosa accade in superficie a mostrarmi le immagini, a farmi sentire conversazioni , suoni , fetori come se fossi li`. A confine fra un mondo e l`altro, fra cio` che esiste e cio` che non esiste piu` o non e` mai esistito o non esistera` mai, credetemi farisei e samaritani, credetemi troverete solo uno stupido leone di pezza.
(Continua?)

faccio cose, vedo gente

piu' che fare cose in effetti vedo gente!siamo mica partiti solo per girare come pazzi su tutti i mezzi disponibili qui nella terra dei canguri! l'esperienza di questo anno sabbatico non sarebbe la stessa se non fosse costellata di personaggi che in qualche modo hanno intrecciato le loro storie alle nostre. Meritano dunque un piccolo spazio nel nostro mondo mosso e virtuale tutti gli abitanti del famoso barmera backpackers...Un po' come in un romanzo, dove, nei primi capitoli, l'autore, sapiente, inchioda i personaggi con poche ma azzeccate frasi per tratteggiarne i contorni, eccoci al primo losco figuro: Luke, credo il primo che abbiamo incontrato in ostello e con cui abbiamo scambiato qualche parola, inglese, con un accento un po' strano ( e non ero io la sola a dirlo) era il dg e l'animatore delle serate di poker e cinema di barmera, poi Saori e Tatstu, lei ragazza dalle mille risorse, sempre tranquilla, sul campo si divorava letteralmente le piante di nectarine e la sera studiava inglese, era un po il mio mito e somigliava a Nana' supergirl ( ve la ricordate??, per il mio compleanno mi ha regalato i wafers!! al cioccolato!adorabile!), lui il suo degno compagno, alto, ascetico le faceva le serenate e aveva uno stile incredibilmente fashion (adorava i capelli e le scarpe del folle garret, incredibile eh? ma in fatto di donne ci sapeva fare)poi Hitomi e Yoshia, appuntamento fisso coi Simpson alle sei! Huta e Mariko, sempre gentilissimi, lui un drago del sushi e un bravissimo disegnatore e lei una maestra di origami coi controcazzi, (alla loro partenza un po di vuoto si e' sentito) Seung amante dei fiori e Flinder che vuole venire a lavorare in Italia; Daniel, un po il Robert Redford dell'ostello, in gamba in tutto, bello, simpatico....e infine l'impareggiabile Emi, un po' caciarona, simpaticissima, mia maestra di giapponese insieme a Saori, alle ore piu' impensate l'ostello risuonava del suo ineguagilabile grido di battaglia " SIIMBAAAA!!!!!"
Simba? vi chiderete voi?? e chi era questo? be Simba era il neko dell'ostello ovviamente!

zero virgola trentaquattro

"No -prova a rettificare un cappellone vestito di velluto- non e` che dio non ci sia mai stato, e` che nel frattempo e` morto".
"Ma mi faccia il favore", risponde il monaco guida mentre schiaccia il bottone che aziona la botola, che si inghioia i concorrenti. E poi, con un tono satanico di voce, all`indirizzo di una nuova prescelta: "A lei signorina, che non mi sembra affatto una sprovveduta..."
La signorina non si scompone affatto. Quante ne ha viste fra universita`, ufficio e laboratorio, non sara` certo cosi` che finira`. Dice:" da buona biologa, la mia motivazione sull`esistenza delle mosche, non puo` prescindere dal concetto di catena alimentare: questi insetti spiacevoli e fastidiosi lo sono relativamente all`uomo solo assecondando un vizio di prospettiva, ma costituiscono il fondamentale nutrimento per altri animali. La catena prosegue fino ad arrivare a noi umani e a permetterci di mangiare la bistecca che ci troviamo nel piatto al ristorante. Si tratta quindi di un palese esempio di utilita` indiretta."
Ora la signorima tace in una attesa che puzza di trenta e lode, ma il monaco docente pare essere di avviso diverso:"Ha mai sentito parlare dell`oscurantismo. Cosa ci vuole proporre? Andando avanti di questo passo finiremo col dovere accetare le tesi evoluzioniste di Darwin!"Esclama tutto di un fiato mentre preme il bottone.
Qualcuno commenta che veramente le tesi evoluzioniste sono gia` state accettate, ma il monaco si inalbera: "Zitto lei, rivoluzionario". Bottone e botola sono di nuovo in funzione.
Poveri concorrenti, richiamati coll`inganno, irretiti da melliflue parole, narcotizzati e immobilizzati ora cadono come mosche.
So cosa vi state chiedendo: Garret come sai tutte queste cose? non eri in fondo ad una cantina, che in realta` era piu` simile a una fogna, senza luce, coi piedi a mollo in una brodaglia schifosa? Mentre un monaco sapientone ti faceva il verso?
E so anche cosa state pensando. State pensando che il monaco taciturno che ammicca di continuo verso il suo collega in cattedra, quel monaco entrato in scena dalla porta di servizio, risalendo dritto dritto dal baratro delle fogne altri non sia che il sottoscritto.
Poveri amici, sbagliate, sbagliate, sbagliate.

martedì 30 ottobre 2007

VIP

avrete sicuramente sentito parlare, prima o poi nella vostra vita, di quel tipo che si e' attraversato il deserto a piedi partendo da viggiu' armato solo di un bicchiere d'acqua o di quell'altro che ha pedalato per tutto il circolo polare artico per evitare il congelamento...quei tipi insomma che rientrano nel genere delle leggende metropolitane, di cui la gente parla ma che nessuno o quasi conosce dal vivo....be se vi spostate appena un po da casa puo' succedere di conoscerle dal vivo queste leggende viventi, che a pieno titolo meritano il nome di Viaggiatori. A noi, incredibile ma vero, e' successo di trovarne una proprio in un posto assurdo come la fantomatica Barmera...un pomeriggio di ritorno dal lavoro vediamo aggirarsi per l'ostello due nuovi personaggi..la cosa ha del soprannaturale, qui a barmera ogni novita' e' benedetta come manna dal cielo ( basti pensare che lo svago dei locali si riduce al torneo di cani da pastore e al festival country 2 volte all'anno) immaginatevi la sorpresa quando scopriamo che uno dei due nuovi acquisti e' un giovane comasco ex frequentaore del malfamato underground ( che i bizzozeresi dovrebbero ben ricordare) che gira il mondo col sistema dei working holiday visa e che tra le altre esperienze vanta la traversata della patagonia in bicicletta! Manuel, questo il nome della leggenda vivente, sta pianificando la sua prossima spedizione su due ruote in mongolia ed e' qui nella terra dei canguri a cercare i fondi per la sua impresa! non possiamo che augurargli ogni bene e confidare di incrociare di nuovo la sua strada...
e per tutti nostri affezzionati lettori un piccolo promemoria...volere e' potere e l'orizzonte e' li che ci/vi aspetta!

6,66

Il monaco emana un cattivo odore. Residui solidi e liquidi mischiati e frullati assieme. La platea non se ne cura. Loro non sono monaci, ma la gente piu` disparata: alti, bassi, magri, grassi, di qui, da altrove, molte etnie, diversi sessi molti colori e fogge. Tutti che siedono composti, come se fosse il loro primo giorno di scuola in un istituto esclusivo per tipi danarosi, di quelli che ti consentiranno di prenderti il tuo posto nella vita, almeno per due ragioni: il nome dell`istituto e i soldi che hai versato. Tutti che guardano l`altro monaco che siede in cattedra, infagottato nel suo abito scuro, col viso celato da quel cappuccio che sfida la gravita` e ne fa una sorta di candela triste, scura, che non porta luce, ma tenebra. Di che parla costui? Con cosa incatena e ipnotizza la platea? Parla di mosche.
Mosche? Proprio cosi` mosche, incredibile ma non per questo meno vero.
E' un esercizio di meditazione,spiega il monaco docente. L`abbiamo raccolto dalla rete apposta per voi. Qual`e` l'utilita` delle mosche? Perche` Dio le ha create?
Nel silenzio che segue la domanda, qualche d`uno incomincia ad accorgersi dell`altro monaco, quello entrato zitto zitto, come un `ombra, dalla porta di servizio. Se ne accorgono perche` poco a poco sta appestando l`aria col lordume maleodorante del suo saio. Intorno a quel monaco, su quel saio, le mosche sono una realta` e non un vuoto oggetto di speculazione. Ronzano , si allontanano e tornano a posarvici. Qualche d`uno dalla platea cerca di allontanarle con un gesto della mano, spazientito, che e`interpretato dal monaco guida come una prenotazione d`intervento.
"La prego mi dica..."
"Ma io veramente stavo scacciando una mosca"
"Si` -insiste il monaco guida- vorrei sapere la sua interpretazione del quesito che abbiamo posto teste`"
Dai non facciamo le solite figure di merda, gli dice il tipo seduto a fianco inventati qualche cosa, di la prima cosa che ti viene in mente.
I due monaci lo guardano. Strano, ha parlato piano, come in un sussurro, quasi impossibile sentirlo per orecchio umano. Il tizio e` un europeo, calvo, vestito casual. Peccato che ci debba lasciare, magari poteva essere un tipo simpatico
I due monaci si guardano. Poi il monaco guida dice: "Non vale suggerire"
schiaccia un bottone ,la botola sotto la sedia del calvo si spalanca e lui sparisce. Nelle Fogne? In pasto ai pescecani? In un salottino arredato Ikea, dove trovera' il seguente biglietto:" grazie lei non fa per noi, ma ha comunque vinto una consumazione gratuita da Hungry Jack, raccomandiamo il triplo cheesburgher"? Chi puo` dirlo, non noi, miei spaventati amici.
Ora il monaco guida si rivolge al primo candidato, quello che era stato cosi` malamente interrotto: "stava dicendo", lo incoraggia.
Figurarsi quello. Ha appena capito che cosa intendesse il monaco guida nel suo discorso iniziale sui Koan buddisti e la dialettica di Socrate che tanto gli aveva ricordato una lezione di Giangioergio Pasqualotto sentita a Padova molti anni fa, prima che decidesse di fuggire nell`autback australiano per sottrarsi alla logorrea della sua seconda moglie e alle partite di golf impostegli ogni maledetta domenica dal suo capoufficio .
Che puo` fare il nostro amico? Tenta di dare una risposta sincera, dice:
Come puo`averle create Dio? Dio non esiste...
I due monaci si guardano nel loro sguardo senza occhi, sono piu` che altro i due cappucci che ammiccano fra loro. Il monaco guida e`fulmineo. Bottone, botola, un concorrente in meno. "Non possiamo accettare questo tipo di risposte, siamo pur sempre dei religiosi..." commenta a cose fatte verso il publico dei concorrenti. Gli altri, la platea, vorrebbero scappare e tuttavia pochi minuti fa hanno accettato di farsi legare con quella imbragatura metallica in adamianto ai loro posti e di prendere quella bevanda saporifera e dolce che ora annebbia il loro cervello.
Hanno abbassato la guardia.
Le selezioni sono incominciate.

6,6

Certo la virgola sa di essere e questo ne fa una creatura pensata pensante. Obrobrio intelettuale, palude metariflessiva, cortocircuito di codici. Evitare di impaludarsi in questi sterili questioni, concorrenziali ai koan della scuola Rinzai (cineseLin-chi), dovrebbe essere gia` di per se salutare: e il modo migliore per evitare "la palude del non senso che forse ha uno o piu` sensi riposti, forse no" e` quello di - Jack docet (docet , signor Barton, e` il verbo, non il cognome: quanto al verbo per antonomasia alla fine di questa pellicola, mi creda, ne avra` fin sopra i capelli- dedicarsi a sana, sanissima azione, a meno che -Gano docet- non abbiate un sacco da prendere a pugni.
Attualmente il sacco non e` in mio possesso. I pugni si`. Sto parlando di quanto e` accaduto ieri, la mia visita alla sede, una delle tante pare, della confraternita Corradine. Ammetto che questo intro` e` piuttosto devastante e capisco che voi, caso mai ci siate , possiate esservi persi. Quindi riassumo e ve la faccio facile: sono andato dai monaci, alla loro sede ieri. C`era un filippino da vendicare.Pensavo che giusto per incominciare sarebbe finita a pugni e poi si sarebbe visto. Nulla di complicato, colpire, schivare, schivare e colpire, nulla di celebrale o di intellettualistico. Cribbio mi sbagliavo. La metafisica era in agguato.
Stanno in un bel posto, vista fiume. Solo che loro il fiume non lo vedono, non dalle finestre, almeno. E` un grattacielo e`un grattacielo, ma loro stanno in cantina. Dovreste vedere che cantina... umida.Hanno risolto il problema dell`aria condizionata. Piena di gatti affamati. "I topi sono una realta`" mi spiega il monaco guardiano.
"Si fermi" gli intimo io.
Scusi qual`e` il problema?
"Semplice , non desidero perdermi in questo labirinto sotterraneo con un tizio di cui non conosco i gusti sessuali e la cui organizzazione e` sospettata di assassinio!"
Su, via ancora con questa storia, non l`abbiamo mica ucciso noi il filippino...
"Non ho mai parlato di filippini, io, il che significa che avete la coscienza veramente sporca!"
Avrei voluto prenderlo a pugni, il piano era questo, il piano originario. Tramortirlo, fregargli il saio e infiltrarmi ,in piena tradizione Terence Young. Dico infiltrarmi come un`ombra fra i monaci consustanziali. Ma qualche cosa doveva essere andato storto, la situazione piu` viscida di una saponetta bagnata aveva preso a fare quello che troppo spesso le riusciva meglio: sfuggire di mano.
La luce era stata la prima cosa. Non che prima ce ne fosse stata chissa` quanta, ma capiamoci ora non si vedeva proprio nulla: al monaco pestifero era bastato spegnere la sua torcia elettrica. Avevo erroneamente ritenuto che non fosse tipo da orientarsi al buio quindi , Sun Tsu avra` fatto un teso all`indietro (nella tomba), non l`avevo disarmato. Mi ero detto: " suvvia non e` un`arma e tu hai pur sempre dei cerini".
I cerini non c`erano, erano rimasti negli altri pantaloni, quelli da lavoro ( Si`, per Dio, io nella vita mi ritengo in vacanza).
Il monaco guardiano non solo si muoveva a suo agio , verrebbe quasi da dire se non suonasse blasfemo: da Dio, in quella oscurita` totale, ma aveva deciso di sferrare anche un micidiale attacco psicologico. Tutto cio` mi faceva venire in mente quell`episodio di Daitan-Tre, dove un sofisticatissino genio del male meganoide ( di professione: psicologo) condanna il buon Aran Banjo al suplizio della goccia in non so piu` che fogna spaziale o orbitale o terrestre.
Parlava il cane, e non era nemmeno un domenicano, del piu` e del meno, chiamandomi per nome: Garret qui, Garret giu`, la cantina e` certamente meno congeniale che non il solaio (questa non era poi male se non l`avessero gia` fatte praticamente tutte le diecimila creature) e simili. E io a dirgli: come sai il mio nome non ci siamo mai presentati...
E a pensare:" continua a parlare bastardo/ quanto vi adoro b muvie."
E la metafisica in tutto questo?

lunedì 29 ottobre 2007

6

Altro giro. il sole splende ancora; con una certa soddisfazione del buon Ernest. Fra cielo e terra il vento, oltre acqua e fuoco. Con ben celata soddisfazione di Lao Tze. Elementi umido e ustionante, attualmente altrove, con pigra soddisfazione dei pompieri di qui e nervosa e adrenalinica stizza per quelli di Altrove.
Io, non abbasso la guardia, ne ora ne mai, con grande soddisfazione e a-plauso di un certo Sun Tsu e alla faccia delle diecimila creature, ovunque, comunque e per il soldo di chiunque esse stiano.
"Signor Garret? "
Glielo ho gia` spiegato ieri signorina, mi continua a confondere con qualcun`altro.
"Mi faccia il piacere si e` anche accapparrato due pacchi a questo nome!"
(ovviamente in inglese dal vivo)
Infatti quei pacchi non erano per me, ma per il signor Garret a cui li ho fatti pervenire, come vede io non sono il signor Garret.
"Senta Mr. allora cosa devo dire al comesso della fumetteria che continua a cercare di lei per un debito di 400 dollari australiani?"
Il maestro cinese si liscerebbe i baffi con soddisfazione: se devi sferrare un attacco confida nelle energie del primo mattino:
Esattamente che qui non c`e` nessun Garret, che se proprio vuole puo` addebitarli sul conto di John Corradine, il predicatore, che sara` ben felice di saldare il debito ogni giorno a partire da ora in orario di ufficio.
La soldatessa ancora non mi lascia al mio liofilizzato nero: Possiamo avvalerci anche noi, qui all`ostello della munificita` del signor Corradine per le sue (dannata, parla delle mie) settimane di pagamento arretrato?
"Naturale"
Forse la ho congedata, andarsene, se ne va...
Ma eccola che ritorna. "MI scusi..."incomincia.
"La prego" la incoraggio.
Mi chiedevo, se lei non e` Mr. Garret, allora chi diavolo e`?
Insomma signorina, ancora con questa storia! Tutte le mattine, mai che possa sorbirmi il mio liofilizzato nero in pace e fumare una sigaretta per incominciare bene , in modo positivo la devastante giornata!Guardi, guardi sul suo registro delle presenze che cosa c`e` scritto? Si` parlo di quel voluminoso quadernone che mi ha fatto firmare il mio primo giorno in questa anacronistica, ma giovanile e spesso assai poco gioviale citta`. Se lo ricorda che c`e` scritto? Cosi`chiaro chiaro, nitido nitido e in bella grafia?
"Mi pare di ricordare che Lei abbia scritto... Ma gia` allora mi ero grandemente stupita di cio`...giacche` poi lei, mi era parso, si fa chiamare Garret, cioe` io non voglio certo insinuare..."
Signorina che diavolo c`e` scritto sul registro?
Max, ammette in un soffio.
Esatto Mad Max, qual e` il problema?
Nessun problema Mr. Mad, ora mi scusi ho da fare...
Il guerrafondaio cinese insegna: affidatevi sempre ad una strategia vincente, non lasciate nulla all`imprevisto e assicuratevi sempre, se potete, di conoscere il campo su cui intendete combattere.
Per questo ieri, appresa della prematura morte del filippino, sono stato a fare visita ai primi plausibili sospetti: quelli dell'associazione Corradine.

barmera backpackers!!!!

Hi guys!!!!!! we don't forget you! how are you? we stay well, also if we are in adelaide again!! arg!!! but friday we will be in kalgoorlie, in the heart of west, to know skimpies and to look for gold!
please write us and tell news about the exciting world of barmera!!!
we put on the blog yours photo asap!
we miss you already!!
(for emi and saori: davide is watashino buta baka careshi!!!!)

domenica 28 ottobre 2007

Parte 5

Alba di un nuovo cazzosissimo giorno. Guadagno la veranda, rollo una paglia di puro drum e assaporo il primo sorso di liofilizzato nero. Sto quasi per aprire il giornale, quando la monoespressiva custode (?) receptionist (?), insomma chiamatela come volete, parlo ovviamente di "Chi sei? Cosa sei?" mi si piazza davanti oscurando luce e calore solari. "Non sono io", mi affretto a dire, prevenirli a volte e` una strategia vincente.
"Quindi se lei non e` il signor Garret, ma avrei giurato il contrario - osserva senza cambiare espressione- questi pacchi non sono per lei".
In effetti avevo notato che reggeva in mano qualche cosa. Pacchi?
"Aspetti cara, se ne puo` parlare, effettivamente ho realizzato giusto ora di essere proprio quel Paul Garret li`".
Monoespressione non si muove, poi abbandona il duplice fardello sull`incerata consunta del tavolino della veranda e ritorna nella sua caverna.
Il primo pacco e` a nome Wolf. In realta` l`involucro e` illusorio, tanta massa cela una minuta missiva: un`autentica per usare ancora per un anno impunemente il nome Garret.
Il secondo pacco, mittente Barton, contiene occhiali da sole: conteneva, nel trasporto non se ne e` salvato nemmeno un paio.
A questo punto, sbrigata la corrispondenza, corso il primo tratto del pagliodromo giornaliero, finisco di sorbire cio` che rende la tazza un oggetto pieno, cioe` il suo contenuto. Ecco la tazza tornare un oggetto vuoto, recuperare cioe` il suo valore d`uso e la sua natura buddhista, con grande soddisfazione di tale Pasqualotto Giangiorgio.
A questo punto? Beh...apro il giornale.
Anzi nemmeno, e` giusto li` in rima pagina, foto e notizia: misterioso assassinio a Glenelg ... Qualcuno ha ucciso il filippino.

e' ufficiale....parte seconda

dunque dove eravamo rimasti??? a si, niente asfalto sotto i piedi o meglio sotto le ruote! ebbene si sono cose che qui possono capitare davvero, specie se siete in viaggio nell'alba ausutrale alla ricerca di un campo di nectarine che non ha davvero nulla per farsi notare, anche perche' un altro problema e' che qui non ci sono poi tutti 'sti punti di riferimento(solo i piu' anziani ed esperti infatti si orientano sulla base dei cespugli di bush) be dicevamo siamo in mezzo al nulla, asfalto sparito e ovviamente niente campo per i super tecnologici cellulari...io e garrett avremmo seguito le tracce dei canguri e ci saremmo inoltrati nel bush, perdendoci definitivamente..ma viaggiando in compagnia ci siamo ritrovati a fare il porta a porta per chiedere informazioni..le porte non erano poi molte e gli abitanti ancora meno e alla fine dopo ripetute peregrinazioni ecco il fottuto campo...quindi insomma le cose alle fine si trovano!
tornando all'ufficialita' del post in elaborazione, be diciamolo, passare un mese nel deserto, praticando la professione di abele conduce a molteplici riflessioni..fra le tante eccone alcune: il lavoro ripetitivo, ma calato in un contesto naturale, finisce per trasformarsi in una sorta di pratica meditativa...un po come dopo un mandala, finite la giornata completamente sfatti ma con l'animo quieto
altra rivelazione e' che con tutto questo tempo a disposizione ( tempo in cui il cervello non e' veramente impegnato su cio' che state facendo) cominciate a riflettere sul senso ultimo delle cose e in particolare sull'utilita' delle mosche...dopo ore di ardue congetture ecco la risposta semplice e al tempo stesso fulgida come una verita' rivelata: la mosca con ogni probablita' e' stata creata da Dio con il solo scopo di indurci in tentazione e spingerci a bestemmiare (e vi assicuro che dopo un mese potrei aprire un negozietto con tutti i santi che ho disturbato) a questo proposito vorrei interrogare esperti di teologia e biologia a riflettere sulla questione e nel caso le mie deduzioni fossero errate ( cioe' dovesse esistere uno scopo biologico o teologico piu' nobile per i fastidiosi insetti) vorrei invitarli a scrivere in questa sede in merito alla ronzante questione ( il buon pincy e la sua indefinibile entita' avevano trattato un tema simile sul ben noto eritema...potremmo aprire un dibattito)
detto questo ecco l'ultima inspiegabile assurdita' di questa terra di nessuno chiamata Barmera...come puo' sopravvivre in mezzo al deserto, senza rischiare la banacarotta un negozio di tatauaggi????

giovedì 11 ottobre 2007

conigli per gli acqusti

fino al 13 ottobre mostra di elisabetta pieroni, ceramiche e oli alla biblioteca di bodio lomnago
lunedi' giovedi' sabato e domenica dalle 16 alle 19...accorrete numerosi

e' ufficiale ...

siamo in australia...quella vera!..cioe' non e' che fino ad adesso vi abbiamo preso in giro solo che ora siamo nel cuore dell' asutralia cosi' come ce la si immagina..spazi sconfinati, canguri che non sanno attraversare la strada e tanto tanto bush (che per i non informati e' una specie di savana con arbusti grigiastri e altre forme di vegetazione veramente pungente).
va detto subito che tutto quello che un sano europeo puo' avere in mente rigurdo a parole come ampio, vuoto o deserto va completamente rivisto...cioe' tutto qui assume un ben piu' vasto significato, come se fosse elevato all'ennesima potenza. tecnicamente siamo a 200 km da adeliade...in ogni altra parte del mondo o quasi essere a 200 km da qualcosa significa essere da qualche parte, ma qui significa essere nel deserto. Venendo col bus abbiamo visto in successione: colline viola da fare inviadia alla provenza, vigneti da far ubriacare tutta la russia e poi puf eravamo nel deserto: sabbia rossa per terra famigerato bush ovunque e nulla di piu'.
ci siamo poi avviati verso il murray river e li' paesaggio lunare stile fantascenza con alberi morti che si stagliano in mezzo alle acque...insomma una figata anche se siamo al limite del disastro ambientale.
dove arriva l'acqua le cose cambiano radicalmente e si diffondono campi di arance ( su cui stendo un velo pietoso) vigneti e campi di albicocche. la cosa piu' assurda resta pero' questo spazio non definito che c'e nel mezzo...e se siete in macchina su una sana strada asfaltata puo' capitare che di improvviso l'asfalto finisca e vi ritroviate chissa' come in mezzo alla sabbia!
continua....

venerdì 28 settembre 2007

conversation class

Hi guys!!!! I'm very happy to have met you! Our lessons in the library were beautiful and very funny, thank you very much!
I'll down load our photo as soon as possible!
Please write me and tell me something about you and your live in Adeliade!
I miss you!
with love
chiara (the orange girl)

parte IV

La spiaggia e` in subbuglio, l`oceano stranamente pacifico, almeno andando verso est. Io vado a ovest, verso la West beach, giusto per avere il sole calante alle spalle quando tornero` all`ora del tramonto, con gioia di qualche nostalgico del contro luce.
Ci sono questi tizi che mettono in mare strane piroghe. Un tizio col saio, viso celato, e immobile su una duna, mi spiega che trattasi di abitanti della Nuova irlanda. Scusa dove? Vicino alla Nuova Caledonia...
Beh allora e` tutto chiaro.
L`arrivo del filippino e` provvidenziale, mi spiega che lo strano monaco sta parlando di un posto dalle parti della nuova Guinea, protettorato australiano fino al 1975. Che l`indipendenza della nuova Guinea abbia a che fare coll`ascesa degli Iron Maiden e col loro metal epico e` solo una sua supposizione. Questo pero` non spiega ancora che diavolo ci faccia lui qui.Ha realizzato, parlo del filippino, che nel suo supermercato vengono vendute carni inscatolate di un fottio di animali diversi, ha deciso di prendersi mezza giornata di pausa per riflettere su tutto cio`. Gli accade una volta alla settimana. Ogni settimana. Da dieci anni.
Cosa stiano facendo quelli della Nuova Guinea sulle loro piroghe, non gli e` pero` del tutto chiaro. Ci soccorre il nostro nuovo amico, il monaco.
"Sono stati contatti dal sindaco di Adelaide, egli si illude che la loro magia possa qualcosa contro la maledizione dello squalo di Sydney..."
Mentre mi sento inspiegabilmente chiamato in causa, noto che il cappuccio del monaco ha una forma decisamente insolita. Molto alto, come se il monaco fosse un Punk e la` sotto, sotto il cappuccio dico, ci fosse una cresta che spinge per uscire.
( non rammento se nel suo saggio "Lo stile della strada" Riccardo Pedrini, la` dove si occupa sulla innata capacita` del Punk di svecchiare e rivitalizzare stili precedenti, abbia trattato anche delle sue influenze sul cristianesimo e gli abiti monacali, dovrei chiedere al noto specialista varesino Cekko).
Il filippino,intellettualmente curioso per definizione, vuole intanto appurare in cosa consista questa magia importata dal nord.Il monaco ci spiega allora che quelli della nuova Ginea sostengono che il creatore prima di dedicarsi agli uomini ha indugiato sugli squali e che questi si dividono in buoni e cattivi. Quelli buoni ti fanno srada nell`oceano se sti sei perso e non sono contrari a intrattenersi con te in simpatici giochi acquatici, ma soprattutto si lasciano mangiare, quelli cattivi invece, ti mangiano. Scopo e cura dei pescatori e` allora di chiamare lo spirito di un pescecane buono, altrimenti il problema alimentare viene risolto al rovescio. Questo spiega l`attrezzatura pittoresca di quei simpatici abitanti della Nuova Irlanda che ci troviamo di fronte: il bastone col quale agitare il fondale per chiamare lo spirito del pesce anche da molto lontano, una strana tavola di legno per imprigionare l`animale concreto, una mazza per randellarlo sul muso e spaccargli il naso e una conchiglia in cui fischiare in segno di ringraziamento dopo la mattanza, solo per citarne alcuni.
Ovviamente il monaco sa che tutto cio` poggia su presupposti teolgici errati e quindi nutre scarsa fiducia sul successo di tale iniziativa, prima di congedarsi suggerisce pero` al filippino una soluzione per il suo endemico problema lavorativo. La confraternita dei monaci ombra potrebbe aiutarlo, garantendogli la protezione di un dio potente , superiore di certo ai mezzucci della stregoneria totemica. Perche` dunque non contattare la loro sede in orario di ufficio?

giovedì 27 settembre 2007

il bello della piccola grande citta'

news da adelaide: se state ad adeliade per piu' di una settimana finite per capire che la citta' si articola su un rettangolo di strade ortogonali ( ci sono riuscita persino io), le sudette strade non sono poi cosi' tante, specie quelle in cui potete trovare qualcosa di interessante da fare, quindi, dopo poco , sviluppate la tendenza a fare sempre lo stesso percorso. questa abitudinarieta' porta con se' delle logiche conseguenze, vedete sempre gli stessi posti, sempre gli stessi negozi, sempre le stesse persone..e qui in adelaide significa che nel giro di 7 giorni avete tanti nuovi amici, e si perche' o noi siamo cosi' strani da balzare all'occhio o qui sono tutti fisionomisti! alla library, dove ormai siamo di casa, il custode del guardaroba mi saluta come se fossimo parenti, i baristi del nostro pub preferito non ci chiedono manco piu' cosa vogliamo perche' appena ci vedono cominciano a spillare james squire in scioltezza, di ritorno dal pub passiamo di fronte a un minimarket dove lavora una cinese simpatica a cui garret a spiegato come si dice pall mall e che ora ci saluta con la manina ogni sera, insomma dove ti giri ti giri c'e sempre qualcuno che ti saluta...
in assoluto pero' la migliore delle occasioni mondane sono le lezioni di converazione inglese che si tengono qui alla library...ci sono andata solo due volte ma e' stato piu' che sufficiente per incontrare 4 ragazze che abitano nella nostra stessa strada e un gruppetto di ragazzini coreani davvero simpaticissimi che incrociamo spesso tra la rundle mall e il lungo fiume..insomma tutto il mondo e' paese ma qui ancora di piu'!

gunners, fusi e c.c, parte III

Cosi` vuoi per cercare lavoro come cacciatore di squali, vuoi per farmi un doveroso bagno, decido di guadagnare la spiaggia. Fra la veranda e l`ingresso dell`ostello devo aggirare ogni sorta di insidie. Altro che squali... C`e` questo tipo in zona reception: no direi che non e` orientale, semplicemente iterico, con panzone sovrabbondante in uscita libera, barbone e pantaloncini corti, che cerca di Garret per saldare un conto vecchio di una settimana alla pulp Comics.
Fumetti. Prima o poi mi uccideranno. Striscio via inosservato vestito da lanterna cinese, un travestimento eccellente di questi tempi nella tranquilla Adelaide.
Alla spiaggia occidentale di Glenelg c`e`un insolito trambusto. Mentre compro tabacco Drum e la voce del mio medico curante mi rimbomba sorda e monitoria dalle parti del timpano, il filippino dello store si informa se sono qui per la caccia, sconsigliandomela e citando il saggio di Julian Pitt- Rivers " il potere spirituale nell`America Centrale: i nagual del Chiapas", in pratica il dotto filippino sostiene che ammesso che lo squalo sia il mio animale totemico dovrei prendermene cura, ricambiando un`attenzione reciproca cioe` biunivoca. Quindi prima di imbarcarmi in qualche cosa di compromettente dovrei prima capire se ho qualche legame particolare col mondo degli squali. Certo potrebbe anche essere che il legame sia non con tutto il genere, ma con uno squalo specifico, o addirittura che io sia uno squalo, notetempo, quando sogno. Magari lo stesso squalo fuggito dall`acquario di Sidney.
Rimango esterefattoper questa sinistra possibilita` e deduco che e` sicuramente questa la ragione per cui il noto Tonno, brillante avvocato romano, ha drasticamente modificato la sua dieta.

pistoleri, fusi (e creature carpenteriane stranamente silenziose bzzz...) parte2

Quello che mi aveva colpito, la mattina di giusto pochi giorni prima, era la pagina iniziale dell`Advertaisement che avevo rubato dalla receptionist di cui sapete, per consultare la pagina, magra invero, degli annunci lavorativi.
Ovviamente ero in veranda, caffe` e paglie a farmi compagnia, mentre il pallido sole australiano riluceva beffardo sui bassi edifici del sobborgo soggiacente alla city.
Poetico? Non affrettatevi a rispondere e beccatevi quanto segue.
Gli aborigeni hanno dei posti sacri, scrive il cronista dell`Advertaisement. Ce ne e` giusto uno dedicato al sogno dello squalo non distante da Glenelg.
vicino ad Adelaide.
Si da il caso che, con grande indignazione della popolazione aborigena, sia stata ivi trovata un mese fa, la carcassa di un grosso squalo bianco barbaramente ucciso da fanatici della pesca pericolosa.
Ora, facendovela breve, gli aborigeni e quelli di green peace sono furiosi e i primi, non a torto, gridano all`anatema. Questa pero` non e` la notizia fresca di giornata ma il doveroso antefatto. La notizia fresca riguarda i sanguinosi attacchi di un pescecane che, fuggito dall`aquario di Sidney, e percorse parecchie migliaia di chilometri, fino a stanziarsi nel bacino di Glenelg, pare abbia riscoperto il sapore del sangue. Umano.
Il sindaco di Adelaide si da` malato ormai da giorni, stretto dall`assedio inclemente degli attivisti di Green peace e dalle delegazioni aborigene, quest` ultime in costume tribale: e colori di guerra. Il tutto ovviamente in concomitanza coll`inizio della stagione balneare, che qui incomincia ora.
Fra le offerte di lavoro del giornale paiono abbondare solo quelle per cacciatori di squali.
La storia ha del gia` noto e i piu` scaltri si staranno chiedendo: e il predicatore in tutto cio`? Ma come anticipato la faccenda e` molto complicata e i vosri commenti sul blog ( fatta eccezione per il mio medico di fiducia e per quel tizio che una volta mi salvo` la vita) troppo scarsi, quindi: continua.

mercoledì 26 settembre 2007

avvampanti sviluppi alla parata delle lanterne

come ogni anno la sera del 25 settembre il lungo fiume di adelaide si riempie di giubilanti cittadini per la spettacolare sfilata delle lanterne cinesi. La festa e' allietata dalle dolci note di melodie orientali, pulsanti tamburi e olezzanti involtini primavera...tutto sembrava scorrere come previsto anche questa volta senonche' ,nel bel mezzo della sfilata, una vigorosa folata di vento ha causato una brusca impennata nella fiamma di una lanterna. Inutile dire che il pregevole manufatto, opera di zelanti bambini australiani, e' immediatamente andato a fuoco causando una reazione a catena di fiamme e fiammelle prive di controllo che hanno letteralmente incendiato la platea. la provvidenziale vicinanza del fiume ha salvato la folla da morte certa e la sfilata delle lanterne si e' conclusa in un gran tuffo collettivo....
o almeno e' cosi' che avrebbe dovuto essere, specie dopo gli strazianti canti di apertura propinatici da dodecafonici quanto stonati bambini vietnamiti!!!!

fusi e pistoleri

Signorine e signorini, pistoleri e fusi vari, vorrei rendervi partecipi della lettera che stamattina la tipa dell`ostello mi ha rifilato, dopo essersi informata se per caso conoscessi un certo Garret.
La lettera era appunto indirizzata a My Place in Waymouth street (il nome della via non e` casuale, ancora una volta alloggio nel quartiere a luci rosse - e` dannatamente pieno di semafori da queste parti).
Provo a convincere la pedante receptionist che si`per Dio, sono io l`uomo giusto, ma non e`punto facile. Sono cosretto a mostrarle nome e stemma araldico tatuati sulla nuda pelle dell`avambraccio inferiore per ottenere la sua parziale fiducia.
Quindi stremato guadagno la veranda superiore e caffe` e paglie a portata di mano mi dedico alla lettura. Riporto pressoche` fedelmente:
"Vorrei ringraziarla mr. Garret per aver pubblicato un breve articolo sul blog a cui collabora, non considerevolmente retribuito, fra l`altro, mi dicono. L`articolo a cui alludo tratta della situazione di alcuni carceri nel nord Italia in seguito all`indulto. Sono contento del fatto che qualche d`uno abbia provato a sensibilizzare l`opinione pubblica su questo problema, infatti io stesso sono un ex detenuto e dall`oggi al domani, in seguito alla lodevole iniziativa, mi sono trovato solo e senza soldi in mezzo a una srada. Fortunatamente nel mio caso, raccogliendo alcuni suggerimenti ufficiosi che giravano in galera, ho incontrato la solidarieta` di un`organizazione no profit e apolitica di formazione e natura religiosa, ispirata ai dettami di nostro signore Gesu` Cristo. Tale associazione di cui mi e` stato chiesto di non fare il nome, fa capo al reverendo John Corradine e pare capillarmente diffusa, al punto da avere una sede perfino in Adelaide, dove mi ha detto il sig Gagliardi, cui ho fatto riferimento per rintracciarla, lei si trova".
La missiva mi ha stupito non poco perche` giusto in questi giorni in Adelaide il presunto reverendo J. Corradine e i suoi accoliti, nel caratteristico saio col cappuccio, sono sulla bocca dei piu` e sulle pagine dei quotidiani locali. Per non confondere voi e le acque e`d`uopo fare un piccolo passo indietro.
(continua)

martedì 25 settembre 2007

martedì 18 settembre 2007

ringraziamenti

ringraziamo tutti per gli esilaranti venti minuti ( al limite delle lacrime)
purtroppo il tempo e' poco... scrivete scrivete scrivete!!!!
un abbraccio a tutti...c e garret

venerdì 14 settembre 2007

esplorando per voi!

mentre state comodoamnete seduti sul divano noi viaggiamo in condizioni spesso precarie per la vostra cultura! scherzo...
finora siamo stai a: Sydeny, con gite a kirribilli, alle blue mountains, a bondi ( si dice bondai) beach e ad avalon beach poi melbourne con escursioni sulla great ocean road con visita ai dodici apostoli ( che pero' sono 11 perche' nel 2005 uno e' crollato..del resto c'era da aspettarselo: su giuda non si puo' fare affidamento) e sul london bridge ( che pero' manco a dirlo e' crollato in parte anche lui, meno male che c'e' una storia divertente in allegato: il ponte costituito da due arcate naturali a strapiombo sull'oceano a furia di essere investito da onde e vento e' collassato nella sua arcata piu' vicina alla terra ferma....il caso ha voluto che al momento del crollo non ci fosse nessuno su quell'arco ma che due turisti fossero sull'arcata piu' protesa verso il mare....direte be meno male, nessun morto... i due sono stai tratti in salvo con un elicottero e ovviamente sono finiti in tv...sarebbe una storia a lieto fine se non fosse che per un piccolo dettaglio il giovane uomo scampato per un pelo alla morte era in realta' in gita con la sua amante, si era dato malato al lavoro e aveva detto una balla alla moglie...vi lascio immaginare come sia stato ben accolto dopo la sua performance in tv!
infine giro spettacolare sui grampians, dove una foresta bruciata e delle rocce che sembrano piu' vecchie del modo stesso ci hanno letterelamente stregato!
cosa ci riserva il futuro?
scopritelo nei i nuovi avvincenti episodi!!!

animalando

animali visti: koala, canguri ( a bizzeffe) cacatua o barmbuk cioe' il pappagallo bianco col ciuffo giallo tipico dei pirati e che a sydeny equivale ai nostri piccioni , gli ibis (stesso discorso dei cacatua) i pipistrelli grigi dalla testa di volpe, e una serie di uccelli di cui aime' non conosco il nome...ma fidatevi se pensate che piccioni e passeri siano consueti qui dovete davvero cambiare prospettiva!

piu' mosso di quando sei ubiaco e' difficile

animati da intenti scientifici stiamo provando le birre australiane..tutte le birre aiustraliane!
in media leggere e bionde alcune marche rivelano alcoliche e graditissime sorprese...se la toohey e la cooper rossa non ci hanno entusiasmato, la victoria beer (VB) si colloca dignitosa a meta' classifica superata per carattere dalla carlton e battuta di slancio dalla James Squire ( the first australian name in beer) in assoluto la birra piu' buona finora incontrata..peccato non si trovi dappertutto..ovviamnte dato che la birra costa sono gradite sovvenzioni economiche...fatelo per la scienza!!!!

easy money

in effetti se appena ci si muove un po le idee vengono da sole: sul lungo fiume di melbourne nel fine settimana gli artisti di strada, madonnari e giocolieri si sprecano e allora ci siamo detti perche' non provare? il progetto era ambizioso e concettuale: comprare dei gessetti colorati e, viste le palesi incapacita' nella nobile arte del disegno, sfruttare l'ombra delle piante per creare una performance artistica. in pratica volevo fare un'opera in tempo reale fissando sul cemento l'ombra delle cose...ovviamente nel momento della realizzazione una nuvola enorme ha oscurato il sole e di ombre manco a parlane ma ormai avevo gia' segnato il mio pezzo di marciapiede, scritto un invito per i passanti..insomma non potevo mica tirarmi indietro!! allora ho cominciato a fare disegnini sciocchi, cosi' tanto per darmi un tono, e poi miracolo: due ragazze cinesi si sono fermate ammirate e io ho proposto loro di provare a disegnare con me e, incredibile ma vero, hanno accettato!!! ed ecco fatto! la performacne ha preso vita da se, la gente si fermava incuriosita e io dovevo solo invitarli a provare..i piu' ricettivi ovviamente sono stati i bambini e la cosa ha avuto un buon seguito...non tutti hanno pagato ma ridendo e scherzando senza fare quasi nulla ho guadagnato 12 dollari in un'ora...tolti il dollaro e venti dei gessetti, la birra sul fiume ce la siamo potuta permettere!!!

VIP very INTERESTING people

qui in australia stiamo incontrando personaggi favolosi il migliore resta sempre Jim la nostra guida nell' escursione alle blue mountains (vedi foto) occhi azzurri brillanti, spiritoso e coinvolgente ci ha condotto in posti bellissimi strappandoci di frequente sane risate, dava l'impressione dell'australiano tipico del nostro immaginario, figo ma senza pretese, la versione del NSW di Mr Crocodille Dundee!!
se vi capita di girellare per musei a melbourne puo' succedere che i custodi che di base si annoiano a morte vi attacchino pezza per svelarvi trucchi e segreti delle varie opere...nella NVG simo stati abbordati da un custode di origene slava che ci ha chiesto vita morte e miracoli dei nostri progetti e, saputo che siamo in caccia di lavoro, abbassando il tono con fare cospiratore, ci ha detto che, anche se lui non ha mai provato, trovare lavoro come raccoglitore di frutta e' facilissimo e che anche se non si e' in regola col fisco la si fa franca con faclita'..ma, beninteso, erano solo cose che gli avenano riferito...
se bevete una birra ad un tavolo collettivo puo' capire che i vostri vicini incuriositi dalla vostra lingua vogliano fare conoscenza con voi...noi siamo stati rimorchiati da due ragazze un po alticce ma simpaticissime Bonnie e Bonny che ci hanno offerto vino, un passaggio ad adeladie che per una coincidenza sfortunosa siamo stati costretti a rifiutare e qualche aggancio lavorativo... speriamo bene!!
effettivcamente noi passiamo parecchio tempo in birreria ma la cosa ha indubbi lati positivi, di ritorno dalla gita sui grampians ( bellissimi!!!) ci siamo fermati ad Ararat dove per scaldarci abbiamo preso una birra nell'unico pub bar cafe' del paese ( che per la cronaca e' costituito da una strda che lo attraversa e una dozzina di edifici per lato che ne costituiscono in centro vitale..insomma un posto strafigo!) e qui mentre dado si fumava la sua solita sigaretta io sono stata intortata da un vecchietto, al solito un po alticcio ma spettacolare, che mi ha raccontato la storia della sua vita davanti a un caminetto scoppiettante...mi e' dispiaciuto doverlo lasciare per tornare sul pulmino senza essere risucita a raccontargli la mia storia...
e dulcis in fundo Ava il primo australiano che abbiamo incontrato a sydney fuori dall'ostello, un ragazzo assurdo completmente vestito di bianco che identificatici come italiani, ha intessuto una conversazione assurda farcita di "mamma mia, molto bene" e "capisc" su un ladro strafatto di coca che si era intrufolato in ostello qualche giorno prima del nostro arrivo e che per darsi alla gfuga era caduto dalla finestra del secondo piano, la cosa di per se macabra era resa grottesca dalla spiegazione di ava che, per spiegarci che il tipo si era davvero fatto un male assurdo nella caduta, continuava a dire "rutt" al posto di rotto... alla fine si e' anche scoperto che ava era una specie di predicatore di una religione filo cristiana ma di ampie vedute..ci ha regalato un santino con una sua preghiera personale e ci ha consigliato i meglio posti di sydney...purtroppo non siamo riusciti a salutarlo prima della sua partenza, ma non e' detto capiti di nuovo sulla nostra strada

curiosita'

qui in australia si guida sulla sinistra ma pare che qualche volta anche gli australiani abbiano bisogno di un promemoria di tanto in tanto cosi' lungo le strade non e' insolito vedere cartelli che dicono "guida a sinistra!"
tutte le cose che esistono da noi esistono anche qui in australia solo che di media sono grandi almeno il doppio
se visitate il centro di cultura aborigena delle halls gap non stupitevi se non vedete nanche un aborigeno
se chiedete un panino in australia aspettevi che arrivi un opera di architettura contemporenea con mille strati e della salsa...ottimo ma difficile da approcciare
se avete visto point break vi ricorderete che nell'epilogo si vedeva una spiaggia battuta da ondie spaventose che veniva collocata in australia, per la precisione dovrebbe essere la bells beach sulla great ocean road, be se ci andata scorpite che non e' lei...il film e' stato girato in oklaoma!
qui in australia gli incendi sono frequneti ma le foreste di eucalipto sono ignifughe..o meglio, l'esterno dell'albero brucia ma il cuore della pianta rimane illeso, quindi dopo un po la corteccia carbonizzata si sfalda e l'albero rinasce
gli asutraliani sono soliti mettere sempre in fondo alle parole le lettere ie questo spiega finalmente perche' non capisco il 90% di quello che dicono

domenica 2 settembre 2007

parola chiave

qui in australia ci sono poche ma chiare parole chiave che in breve tempo si devono imparare...e non sono parole inglesi! la parola chiave per decodificare il nostro primo incontro qui a sydney (un improbabile predicatore costantemente vestito di bianco di nome ava ) ad esempio e' "molto bene, mamma mia", la parola chiave per l'autista che ci ha portato dall'aeroporto a king cross e' "clacson" dal moemnto che non ha fatto altro che suonarlo per tutto il tempo del viaggio, e la parola chiave piu' giusta di tutte per capire sydney e' multistrato. la citta' infatti e' composta da molti strati, in basso la baia, i parchi, le vie dei turisti poi le strade per le auto, la monorotaia, e infine i grattaceli, infiniti, tecnologici, brillanti...se chiedete un panino qui a sydney non preoccupatevi se vi arriva un esempio di architettura culinaria da fare invidia a renzo piano e' solo che e' anche lui un multistrato...continuerei volentieri ma la mia mezzora di internet super lenta e' finita...LO SAPEVATE CHE SULLE TASTIERE INGLESI NON ESISTE IL TASTO PER LE PAROLE ACCENTATE????

domenica 26 agosto 2007

info

insomma avrete capito che fra poche ore si lascia la ridente Italia e si inizia l’eterno viaggio verso la terra dei canguri…ora il blog era nato proprio per questo, per essere diario di questa avventura… purtroppo non siamo sicuri di potervi aggiornare con frequenza giornaliera sulle nostre peripezie a testa in giù, quindi prima di partire vi abbiamo lasciato un bel po di materiale nuovo da leggere…confidiamo di riprendere le trasmissioni non appena avremo assorbito il fuso orario!
c. e garret

le cose hanno un volume by c.

Siamo al giro di boa, scatta il conto alla rovescia, il volo parte alle 16.25 e i bagagli sono pronti e, ahimè, immensi..Ebbene si, perché, cari lettori, le cose hanno un volume e, a quanto sembra, un volume non trattabile, ecco quindi che ieri dopo aver tergiversato un paio di giorni, mi sono trovata faccia a faccia con il mio zaino da 70 litri e con la montagna di vestiti, scarpe, libri e ammennicoli vari che nel corso della settimana avevo accumulato come una formichina zelante. Al primo giro è stato delirio puro, poi dopo ripetute e maledette combinazioni, previa una rigida selezione sono finalmente riuscita a far entrare il mio mondo fisico nell’angusto spazio del magico zaino…mannaggia al mio cromosoma X che mi fa portare 4 paia di scarpe e 300 t-shirt carine..insomma la genetica dovrebbe provvedere… se proprio nasci donna che almeno ti venga assegnata alla nascita una borsa come quella di mary poppins!

zen da post ferragosto by c.

Ferragosto è passato, il grosso dei miei concittadini è tornato dalle ferie abbronzato ma nervoso, e l’altra sera come me, è stato testimone di un episodio ben strano ma che dovrebbe far riflettere.
Erano circa le quattro del pomeriggio, io camminavo per strada e ad un tratto ecco la scena che mi vidi davanti agli occhi: una ragazza suppergiù della mia età alla guida di una punto color cristallo era ferma tranquilla ad un semaforo, allo scattare del verde però anziché ingranare la marcia e partire come era lecito aspettarsi la giovane automobilista si è ben guardata dal fare alcunché dopo una decina di secondi di attesa la gente in coda dietro di lei ha cominciato a suonare prepotentemente il clacson sacramentando e lanciando improperi nei confronti dell’immobile guidatrice finchè dopo circa un paio di minuti non è scattato nuovamente il rosso. La giovane è allora placidamente scesa dalla propria auto, è salita sul tetto del veicolo e con tutta la voce che aveva in corpo ha urlato: “Vedete???non è successo niente”
Nello stupore più completo la giovane è semplicemente scesa dal tetto, è risalita in auto e al nuovo semaforo verde, come era lecito aspettarsi, ha ingranato la prima ed è partita.

musei d'agosto by garret

Kipling, una volta- scrisse che nel mondo ci sono due categorie di persone: quelli che stanno a casa e quelli che non ci stanno. L’ente museo, per definizione, sembra riguardare entrambe. In estate la città osserva due mareggiate contrarie. si spopola di molti suoi abitanti e si ripopola di visitatori e turisti. Ciò accade anche per Varese che vanta alcuni scrigni preziosi e dintorni pittoreschi.
Ci siamo dunque chiesti in che modo i musei varesini vivano d’estate. Se la loro è veramente vita o invece pura sopravvivenza. Cosa offrono e a chi.Per un’esigenza di praticità e spazio, il campo d’indagine scelto non esce dai confini cittadini. Si può supporre che la visita del potenziale visitatore incominci in centro, non lontano magari da un centro di informazione turistica.
E giusto in centro, in Piazza della Motta, al N. 4, si trova il Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello, aperto per il periodo estivo (dal 1 Giugno al 31 Ottobre) dalle 10.30 alle 12.30 e al pomeriggio dalle 14 alle 18. Il museo è chiuso il lunedì, ma il primo sabato di ogni mese posticipa la chiusura alle 22 serali. Cosa offre? Reperti archeologici legati alla nostra zona, molto dei quali provenienti da necropoli, con particolare attenzione alla numismatica. La sezione romana, in particolare,attesta l’assimilazione dei popoli cisalpini al costume romano e si aggiunge e integra la sezione sulla seconda età del ferro. Sarebbe tuttavia sbagliato attendersi un pubblico di soli “addetti ai lavori”, il visitatore tipo è infatti il padre di famiglia, colla stessa a seguito. Il museo vanta una media di una decina di visitatori al giorno, il biglietto costa 3 euro, il ridotto 2, i bambini fino ai 6 anni entrano gratis.
Una seconda tappa potrebbe essere il civico museo d’Arte Moderna e Contemporanea presso il castello di Masnago, anch’esso aperto dalle 10 alle 12.30 e, nel pomeriggio dalle 14 alle 18.30, chiuso il lunedì, ma con apertura serale protratta alle 22 il terzo sabato del mese. Il castello, oltre alla collezione permanente, in cui spiccano alcuni lavori del Tavernari, ospiterà fino al 2 Settembre una temporanea, a cura di Luciana Schiroli, dedicata alle sorelle Grimoldi: Angela, pittrice, e Giovanna, autrice di eclettici abiti-scultura, degni dell’attenzione di Vogue e del plauso di importanti nomi femminili dello starsystem. La mostra funziona? Si può dire di sì, piace soprattutto agli stranieri e ha raggiunto la punta giornaliera di una quarantina di visitatori. Qui il biglietto intero è di 4 euro e il ridotto di 3. Quest’ultimo si applica agi anziani, ma anche ai giovani fino ai 18 anni.
Se il nostro turista potenziale opta invece per una full immersion che possa protrarsi anche tutto il giorno, non può esimersi dal visitare Villa Panza, sul colle di Biumo, a due passi dal centro, dove con un biglietto di 10 euro (che diventano 5 per i bambini dai 4 ai 12 anni e 2 per gli aderenti), si aggiudicherà la visita completa della collezione permanente, del parco e della temporanea dedicata al padre del concettualismo j Kosuth., temporanea che, dalla inaugurazione in sordina il 19 Luglio, ha già portato al museo approssimativamente 2500 persone. Villa Panza, che offre un servizio interno di ristoro, è aperta con orario continuato dalle 10 alle 18 ed è chiusa il lunedì, sebbene nella settimana di ferragosto, lodevole iniziativa, abbia rinunciato al giorno di riposo settimanale. Qui sono moltissimi gli stranieri, accanto allo zoccolo duro rappresentato da francesi e tedeschi, visitatori di area anglofona e qualche giapponese.
Infine è d’obbligo una tappa al museo Baroffio e del santuario del Sacro Monte, in località omonima, che nei sei anni trascorsi dall’apertura al pubblico, registra puntualmente in Agosto il maggior numero di visite, fino a 1000 negli anni passati. L’agosto 2007 si è stabilizzato su una quota leggermente inferiore, complici la meteorologia, con le piogge torrenziali dei giorni passati e la ridistribuzione dei parcheggi nella zona, che per quanto doverosa forse scoraggia i visitatori. Ai tre giorni fissi ( Giovedì , Sabato, Domenica dalle 9.30 alle 12.30 in mattinata e nel pomeriggio dalle 15 alle 18.30) si aggiungono le aperture straordinarie per gruppi, concordabili colla direzione. Il biglietto d’entrata, gratuito per i bambini fino a 6 anni, è di 3 euro, la riduzione ad un solo euro si applica ad una casistica vastissima, a beneficio di anziani, giovani, studenti, comitive di più di 10 persone e una larga tipologia di soci. La permanente, in questi 6 anni di vita, è stata variamente accresciuta da successive donazioni e la sezione di arte sacra contemporanea vanta, accanto agli ottimi Tavernari, Bodini, Guttuso e Sironi, addirittura una madonna con bambino di H. Matisse!
Il nostro potenziale turista, finora piuttosto felice, resterà deluso nel constatare che, a sole poche centinaia di metri , il museo Pogliaghi sia ancora chiuso per restauri, ma la questione che metterà a dura prova il suo intelletto sarà un’altra, mi riferisco all’orario di apertura di Villa Baragiola, dalle 17.30 alle 20.30. Durante l’inaugurazione della stessa , il 6 luglio scorso, si era lasciato intendere che scopo aggiuntivo della mostra fotografica “il racconto del silenzio” sui Sacri Monti prealpini, ospitata nel suo immenso spazio espositivo, dovesse essere proprio quello di promuovere un turismo anche giornaliero verso il Sacro monte di Varese! Lascia anche sorpresi che uno spazio espositivo così grande sarà sacrificato a questo orario fino al 28 ottobre prossimo.

venerdì 24 agosto 2007

Jivaro!-incidente in libreria by garret

Incredibile incidente, ieri pomeriggio, in una libreria del centro. Il nutrito numero di persone presentatosi all’annuale appuntamento per il ritiro libri – si tratta dei libri dei figli, studenti delle scuole medie- è stato accolto da uno dei commessi in maniera del tutto insolita. I libri invece che essere consegnati ai genitori degli alunni sono stati loro lanciati da dietro il banco. Il fatto avrebbe anche potuto essere archiviato come una originale burla. Sfortunatamente la mira del commesso era abbastanza precisa. Ci sono almeno dieci contusi, di cui uno ferito all’occhio destro. Lo sfortunato cliente ha ovviamente minacciato ripercussioni legali contro l’assalitore e la libreria. Non è ancora chiaro cosa abbia scatenato l’aggressività del commesso. Più testimoni asseriscono di averlo sentito gridare in contemporanea al primo –preciso- lancio: “Jivaro!”, o un termine simile. In effetti uno dei proiettili cartacei, ricorrenti nella batteria del lanciatore era il classico della narrativa “I fiumi scendevano a oriente” di Leonard Clark, nelle cui pagine compaiono anche i micidiali guerrieri Jivaro, che nel buio cuore della foresta amazzonica, si dedicano alla paziente e agghiacciante pratica di rimpicciolire le teste dei nemici sconfitti. Fermato e immobilizzato dai colleghi, il folle lanciatore è stato consegnato nelle capaci mani di una pattuglia della polizia. Dalle prime indiscrezioni sembrerebbe che il giovane non fosse assunto regolarmente. Il datore di lavoro non ha voluto commentare il fatto. Oscure, tuttora, le motivazioni del gesto inconsulto.

mostra sui sacri monti a villa Baragiola by garret

In alcuni appunti di viaggio di “Le vie dei canti”, Bruce Chatwin indugia sugli effetti imprevisti dell’avvento e del superamento dell’anno Mille, atteso dai contemporanei con vero e proprio terrore, come limite temporale estremo, a cui un mondo che invecchia –il nostro- non sarebbe sopravvissuto : “Come scrisse il vescovo Glabre in un verso bellissimo <<>>”.
Così fra gli effetti, questi non collaterali e non imprevisti, della Controriforma ci fu il pullulare dei Sacri Monti, di cui la zona insubrica fu ampiamente dotata. La logica estetica dei Sacri Monti è quella di sfruttare le suggestioni di alcuni luoghi paesaggistici come fondale spettacolare per l’ammaestramento evangelico. Dio crea, la chiesa sceglie, il credente stempera il senso di colpa nella commozione per il creato. Non stupisce, poi, che proprio la zona prealpina abbia accolto l’architettura sacra del Sacro Monte, essendo detta zona l’estremo avamposto prima del pericoloso mondo riformato. Il santuario come un forte, le cappelle come una linea di ordinati soldati.
L’inaugurazione di Villa Baragiola (Masnago) coincide con quella, al suo interno, di una mostra che si propone di rilanciare i Sacri Monti, quello di Varese in testa, come luoghi di arte e natura: arte sacra e natura creata.
Massimo Zanello, assessore della cultura in Lombardia, e Attilio Fontana si dicono decisi a sfruttare al meglio la pubblicità prestigiosa che il riconoscimento dell’UNESCO conferisce ai Sacri Monti lombardi e piemontesi e, fra le righe, a farla fruttare economicamente.
Curatore della mostra è Paolo Zanzi che, già dal lunghissimo titolo della stessa, insiste su silenzio e stupore ( l’esatto opposto di quanto la visita inaugurale ha garantito). “L’innocenza negata, il dubbio, lo stupore e l’assenza” sono tre dei suggestivi titoli delle nove stanze -e quindi case, tappe- del percorso, in cui il tema di volta in volta proposto è affrontato affiancando immagini dai diversi percorsi sacri: quello di Ossuccio, di Varallo, Orta, Varese; immagini a loro volta illustrate da versi di Garcia Lorca, Rilke, Quasimodo, Saba e Turoldo.
Tuttavia al di là dell’inseguito e proclamato mistero non può non sorgere qualche perplessità.
Villa Baragiola pare essere la sede ideale di ogni mostra. La razionalità schematica del lungo porticato esterno, la facciata della villa vera e propria in posizione leggermente defilata, l’ampio giardino che la sovrasta, si aggiungono alle caratteristiche dello spazio interno: altrettanto ampio (500mq), scandito e ritmato da una seconda teoria di colonne e ben illuminato. Sfortuna vuole che “ Il racconto del silenzio – lo stupore dell’umano nelle scene misteriche del Gran Teatro dei Sacri Monti prealpini” non sia la mostra ideale.
L’allestimento ignora, invece di sfruttarle, le caratteristiche specifiche del luogo. Porta il buio là dove c’è luce;esaspera, chiude, stringe uno spazio perfetto che altro non chiede di essere lasciato così com’è; non me ne vogliano i curatori ma paiono essere stati vittima del horror vacui!
L’accostamento evocativo di parola poetica e immagini sacrifica un approccio storico, filologico. C’è senz’altro un intento mistico in questa scelta, tuttavia la storia dell’arte, proprio come la storia è fatta di nomi e date, non solo di emozione ,ma anche di informazione.
La mostra, che si protrarrà fino al 28 Ottobre, servirà sicuramente ad uno dei suoi scopi: quello turistico. Tuttavia una mostra d’arte, in uno spazio espositivo di così rara perfezione, dovrebbe cercare di essere qualcosa di più che non la versione artistica di un ufficio turistico.
Di lassù, fra arte e natura, il forestiero resterà sicuramente incantato dalla verde vista di una Varese, che a chi invece conosce il Sacro Monte da prima dell’ UNESCO, continua ad apparire, quanto a scelte culturali, autoreferenziale e provinciale.

firma del progetto isola by garret

Alle 11.30 di ieri, venerdì 13 Luglio, nella sala neoclassica di Villa Recalcati è stato firmato il protocollo d’intesa del progetto Li. So. La, atto al reinserimento sociale e lavorativo delle persone beneficiate dall’Indulto, coll’obiettivo di arginare così il problema di una loro possibile ricaduta nell’illecito e nella malavita. Il progetto si avvale di un piano di intervento finanziato dalla Cassa Ammende del Ministero della Giustizia e dalla Regione Lombardia.E’ quindi un caso in cui lo Stato chiede l’aiuto di un ente territoriale, fornendogli una sovvenzione; intorno al tavolo del protocollo d’intesa si siedono quindi la provincia e il comune di Varese, quello di Busto Arsizioe L’Amministrazione Penitenziaria Regionale della Lombardia, nelle persone di Rienzo Azzi (Assessore al Lavoro e Politiche Giovanili della Provincia di Varese ), Gregorio Navarro (Assessore alle Politiche per la Famiglia e i giovani del Comune di Varese), Luigi Chierichetti (Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Busto Arsizio) e il Dott. Anastasio in vece del Provveditore Regionale per la Lombardia Luigi Pagano, nonché il direttore del carcere di Varese e una collaboratrice di quello di Busto.
L’Accordo siglato riguarda quella parte della popolazione carceraria già graziata, ma ancora ospitata nelle strutture detentive: beneficiare dell’atto di clemenza non è concretamente possibile se l’ex detenuto non trova una situazione favorevole e garantita dalle istituzioni, che ne guidi il reinserimento nella società. Primo obiettivo fornirgli quindi un posto di lavoro, da qui la necessità di agire in concerto cogli enti territoriali e nelle realtà locali. L’aspetto del protocollo che riguarda le “borse – lavoro”, l’inserimento protetto e monitorato in un’attività lavorativa, non vuole essere però puramente assistenziale: è implicito un aiuto continuativo dello Stato, in termini finanziari, solo nel caso la strategia porti a dei risultati reali per tutte le parti in causa.
L’obbligo morale di fornire un lavoro all’ex detenuto per rendere l’Indulto una possibilità concreta, dovrebbe essere completato con la promozione di un dialogo continuo fra carcere e famiglia. Il riscatto sociale dell’ex detenuto è strettamente legato alla possibilità che la sua famiglia possa sapere quali opportunità gli sono offerte.
I carceri di Varese e Busto Arsizio si sono mossi in questa direzione consapevoli che il problema del reinserimento non può essere affrontato improvvisando. Le reali possibilità si costruiscono durante la detenzione, premiando chi si mostra meritevole. Sportelli informativi, agenti di rete, progetti “cerniera” hanno permesso a Varese di accusare in modo quasi indolore la totale mancanza di indicazioni e i ritardi istituzionali che si stanno colmando solo oggi, a un anno dall’Indulto, un anno scandito dalle fasi, stando ai presenti, dell’emergenza e dell’abbandono. Già a Busto, che presenta una realtà sociale differente da quella di Varese, la situazione da affrontare è stata più delicata e difficile, basti riflettere sul dato che dei 123 beneficiati a oggi ( contro i 42 di Varese) ben 68 sono stranieri.

disrodini alla conferenza di Hans Hartung Jr. by garret

Ieri pomeriggio, ospite d’eccezione al salotto della cultura del Caffè Z., il famoso omeopata tedesco Hans Hartung Jr.
L’omeopatia è l’indirizzo terapeutico fondato sul concetto che le forme morbose vadano curate con quei farmaci che, somministrati a persone sane, inducono una sintomatologia analoga a quella considerata. Tale linea di pensiero e di prassi medica sostiene dunque l’uso terapeutico dei farmaci in dosi infinitesimali. Il nostro lettore deve scusare tanta pedanteria da parte di chi scrive, il quale fra l’altro è convinto di fornire un’informazione universalmente conosciuta. E, tuttavia, la conferenza dello stimato professore Hartung si sarebbe sicuramente mantenuta entro i binari del consono e conosciuto, evitandoci anche il fatto di menzionarla nelle nostre colonne, se la cerimonia non fosse stata agitata da un evento imprevisto. Un trentenne di razza bianca, disoccupato e che, non si spiega per quale ragione, qualcuno sosteneva lavorasse per la nostra testata, nel mezzo dell’intervento del luminare, si è alzato dal suo posto in quarta fila gridando come un ossesso. L’uomo sosteneva che il suo corpo si stesse riempiendo di migliaia di minuscole macchie rosse ad una velocità disarmante. Macchie non così minuscole da celarsi al suo sguardo esterrefatto. Tuttavia questa proliferazione di macchie è risultata visibile solo agli occhi del diretto interessato. Il giovane è stato trattenuto per accertamenti clinici e allontanato dalla sala conferenze. Gli agenti investigativi, informati dei fatti per puro scrupolo, sostengono di aver già avuto modo di conoscere il sospetto.

il vino del millenio by garret

Mentre la Società Filarmonica Samaratese esegue L’Inno alla Gioia, con grande impegno di voci e fiati, Leonardo Tarantini e Gianfranco Costa pongono le loro firme in calce ad un inedito documento.
Il documento suggella un impegno ufficiale e l’avvenuto accordo fra il Centro Internazionale della Pace di Assisi, di cui Costa è fondatore e presidente, ed un’enoteca del territorio samaratese che ha prodotto un limitato numero di bottiglie di vino da smerciare per la raccolta benefica di fondi a favore dei bambini di Betlemme.
Le bottiglie sono tutte numerale e recano l’iscrizione “peace Messanger ONU” e a seguire “Per la pace fra i popoli, Assisi Samarate”; vale a dire: i due poli geografici dell’iniziativa, lo scopo, e il riconoscimento della Società delle Nazioni Unite.
Sono d’obbligo due parole sulla cornice: la VII edizione della manifestazione “Il vino del Millennio” si svolge a Gazzada, nella sala congressi della splendida Villa Cagnola, dove il vulcanico professore Giuseppe Giorgetti è riuscito a radunare un nutrito stuolo di affiliati, provenienti da buona parte del territorio nazionale, una Società Filarmonica (quella di Samarate) e una Corale. Si tratta della corale Giuseppe Verdi, fondata a Samarate nel 1927, 27 voci e 5 fiati, la quale in uno dei momenti più toccanti della cerimonia affronta sotto la direzione di Luca Biasio tre celebri cori verdiani.
Il Centro Internazionale per la Pace dei Popoli, con sede ad Assisi, attivo dal 1978, in quasi trenta anni di attività ha riconosciuto il titolo onorifico di Pellegrino di Pace anche a nomi illustri: da Giovanni Paolo II a Patch Adams, da Gorbaciov a Madre Teresa di Calcutta a Pavarotti. Una delegazione del Centro, riuscì ad ottenere udienza a Washington, durante gli anni dell’amministrazione Regan (quando ancora aleggiava il fantasma della guerra fredda) e un’altra era ai piedi del Muro di Berlino, tempo prima che questo crollasse.
Al ruolo diplomatico del Centro della Pace, si unisca l’impegno concreto: il riconoscimento dell’ONU sottolinea infatti l’adempimento e la partecipazione costante alle missioni di pace. Il centro, oggi, è particolarmente attivo nell’aiuto all’infanzia nei paesi sottosviluppati, con varie iniziative, fra cui quella dell’adozione a distanza (10000 bambini adottati).
E tutto questo con il vino? Perché è stata scelta proprio questa bevanda per promuovere l’iniziativa umanitaria? Fra le righe ci fornisce una risposta Monsignore Luigi Mistò quando parla della pace “come bene supremo raggiungibile tramite un dialogo aperto e franco per un reciproco aiuto e in vista di un reciproco arricchimento” e dello scopo che istituzionalmente ha accolto, in quanto direttore di Villa Cagnola, di promuovere un dialogo fra cultura religiosa e laica.
Non solo il vino è prodotto tradizionale della nostra cultura, legato da sempre alla nostra terra, ma è per definizione bevanda laica e religiosa al contempo, simbolo della Passione, ma simbolo reale caldo nel colore, vivificante nell’aroma, privo di quella fredda concettualità di tanto asettico simbolismo odierno.
Esiste forse catalizzatore migliore per una conversazione franca e diretta?

lunedì 20 agosto 2007

mostra di gabriela pagliari by garret

Da sabato 7 a domenica 22 luglio, Gabriela Pagliari, mosaicista, espone alla Galleria d’ Arte Studio Liberty di Angera, in via Garibaldi 18. Le due sale raccolgono una ventina di opere dell’artista Varesina, già ospitata dalla Galleria nel 2001 e nel 2003 e nota e apprezzata nella zona in seguito a mostre tenute dal 1995 ad oggi un po’ovunque: Taino, Besozzo,Gavirate, Laveno, Arcumeggia, senza contare le sortite nel novarese e nel milanese e la presenza continuativa dal 2002 al 2004 a Camogli; giusto per limitarci alle personali ( le collettive ci portano molto più lontano, cito solo la presenza a Arte e Mestieri, presso Expo Montreal, Canada). Ciò a conferma del fascino universale esercitato dell’arte del mosaico, cui l’artista si dedica dal 1994 a seguito del riconoscimento del titolo di Mosaicista e Progettista d’arredo urbano, conferitole dall’Istituto Albe Steiner di Ravenna. Chi però cercasse lo spirito figurativo del mosaico ravennate, nelle opere proposte, resterebbe deluso. Con notevole intuito Gabriella Pagliari libera la vivace cromia del mosaico dalle pastoie della figura tradizionale, valorizzandola attraverso l’accostamento a materiali inediti come acciaio, ferro e legno.
Nel fuoco che scava il legno, così come nel tronco che buca la superficie dell’acqua, nelle tinte ferrose in cui il ciottolo sostituisce e affianca i frammenti di smalto e marmo alludendo ai boccioli dei tulipani, pare rivivere l’esperienza trasfigurata e resa quindi essenziale, dei ritmi e dei colori della vita del lago e del suo entroterra.
La personale è visitabile da lunedì a venerdì dalle ore21 alle 23; il sabato dalle 17 alle 19 e dalle 21 alle 23; la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle17 alle 19.00

ode alla vita di Pablo Neruda

ODE ALLA VITA
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la firma, il colore dei suoi vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillaregli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande su quello che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida felicità. (Pablo Neruda)

sabato 18 agosto 2007

marsupialmente by c.


Grossi occhi neri, naso schiacciato, orecchie tonde e pelose, una testa molto grossa questi i tratti distintivi del koala!Alcuni scienziati sostengono che il koala sia l’animale con il cervello più piccolo rispetto alle dimensioni della propria testa. Motivo di tale discrepanza fra contenuto e contenente risiede nelle difficili condizioni climatiche australiane; il koala, per sopravvivere, ha infatti sviluppato uno stile di vita a risparmio energetico, la sua alimentazione si basa esclusivamente sulle foglie di eucalipto ( un esemplare adulto ne ingerisce circa 500gr al giorno) tali foglie sono però altamente tossiche così il koala disperde molta della sua energia per digerire la sua unica fonte di sostentamento, ovvio quindi che non possa poi essere anche un campione di ingegno visto l’alto consumo di energia richiesto dal cervello( il cervello è circa il 2% del nostro corpo ma consuma il 20% della nostra energia) ecco quindi che il cervello dei koala si rivela essere, almeno secondo alcuni studiosi, ben più piccolo della loro scatola cranica, circa delle dimensione di una noce e, per evitare di sbattere contro le ossa della testa, risulta placidamente immerso in un fluido. Ora non sorprende l’aria poco sveglia che hanno i koala, questi marsupiali infatti dormono per circa 18 ore al giorno e nelle restanti ore si dedicano alla lenta masticazione delle famigerate foglie di eucalipto. Le loro abitudini alimentari li salvano da molti predatori infatti i koala passano praticamente tutto il loro tempo sui rami degli alberi, di solito incastrati su qualche forcella dei rami, e si muovono solo per cambiare albero, questa loro posizione li tiene così lontano dai maggiori predatori, altro vantaggio della loro dieta è il persistente odore di eucalipto che i koala finiscono per emanare odore che li difende da molti insetti e parassiti.
Lo scorso 10 agosto nei pressi del willandra national park uno di questi pelosi dormiglioni è stato al centro di un ben strano evento. Il koala in questione, che è stato battezzato dalla stampa locale con il nome di Lupp, era stato ritrovato da dei turisti mezzo rintronato a seguito di una caduta da un albero, i viaggiatori ignari delle sue abitudini alimentari lo avevano raccolto e accudito dandogli al posto del solito eucalipto ingenti dosi di una bevanda energetica a base di caffeina, il piccolo Lupp in breve tempo si era abituato alla nuova dieta fino a diventarne praticamente dipendente. Quando infatti i turisti sono dovuti ripartire e lasciare quindi Lupp alle cure di madre natura il piccolo marsupiale è caduto in una vera e propria crisi di astinenza, ha percorso diversi kilometri per raggiungere il centro abitato più vicino e assalire, è davvero il caso di dirlo, il distributore di bibite che ha trovato al drugstore locale. I gestori del negozio incuriositi dall’insolito cliente hanno chiamato immediatamente le guardie del vicino parco nazionale e Lupp è stato catturato e portato in una clinica veterinaria per una cura disintossicante. Al momento non sono ancora noti i danni effettivi che la caffeina ha causato al marsupiale, gli attivisti della Lega di Salvaguardia del Marsupio con sede a Sydeny stanno valutando l’ipotesi di fare causa alla ditta produttrice per spaccio di sostanze eccitanti dannose al bioritmo marsupiale.
immagine tratta da www.imagesaustralia.com

giovedì 16 agosto 2007

il kamikaze cristiano by garret

Puntuale alle 17 e 30 di ieri pomeriggio, Mauro della Porta Raffo, da perfetto maestro di cerimonie, introduce al pubblico comodamente seduto nella sala superiore del Caffè Zamberletti, in Corso Mateotti. gli ospiti invitati al dibattito sul libro “Il Kamikaze cristiano” ( Bietti Editore, 2006 ).
L’autore Angelo Tondini Quarenghi non è fra questi, relegato a casa da una perniciosa influenza di mezza stagione. La circostanza è meno deleterea del previsto: la sua assenza rende infatti il cenacolo paradossalmente più incline a parlare con franchezza.
E’ così che scopriamo che il protagonista di questa storia, nonostante le ripetute smentite dell’autore, gli assomiglia terribilmente; anche lui fotografo freelance, anche lui incline al viaggio come stile di vita.
Lo spiega Tommaso Picone, per la casa editrice Bietti, mentre riassume brevemente la trama della storia: il protagonista un fotografo sessantenne profondamente scontento di sé, insofferente di ogni forma atta a minacciare una ormai inesistente libertà dell’uomo contemporaneo (e quindi tanto della straniante era tecnologica contemporanea, quanto del fondamentalismo islamico) parte per Kabul deciso a mettere in atto un attentato suicida che sia la risposta all’attacco sferrato l1 Settembre contro il mondo occidentale.
Questa è la piattaforma sulla quale vengono chiamati a intervenire Abd Al-Sabur Turrini, direttore generale della comunità religiosa islamica italiana, Shaykh Abd Al-Wahid Pallavicini, presidente della comunità religiosa islamica italiana e Don Luca Violoni, assistente ecclesiastico all’Università degli Studi dell’Insubria.
Kamikaze letteralmente significa “vento degli dei”: sei secoli prima della Seconda Guerra Mondiale il tentativo mongolo di invadere il Giappone fu vanificato da una inaspettata e provvidenziale tempesta, che ne disperse la flotta.
Il titolo del romanzo è chiaramente un ossimoro provocatorio: la figura del kamikaze è certamente quanto di più lontano si possa immaginare dal precetto evangelico del porgere l’altra guancia, ma il ruolo del kamikaze è, in realtà, altrettanto estraneo alla cultura islamica, per lo meno da quella tradizionale. L’Islam infatti, spiega Turrini ,ha alle spalle 14 secoli di tolleranza e il fondamentalismo è un fenomeno piuttosto recente e circoscritto.
Proprio questo è l’errore nel quale incorre il protagonista del libro di Tondini Quarenghi, quello cioé di accettare un giudizio viscerale sull’altro, fomentato da una società globale che nutre il malsano interesse a far apparire come guerre di religione, conflitti che spesso hanno ben altre motivazioni: le religioni, osserva Pallavicini, uniscono e non separano e l’unica vera gihad è quella che il credente conduce contro il proprio io, per elevarsi e somigliare a Dio.
Striscianti conflitti tra civiltà oscillano fra i due estremi del relativismo lassista occidentale e dell’estrema rigidità del fanatismo; recuperare la grandezza delle reciproche tradizioni, mondarle da ciò che a loro si sovrappone rendendole irriconoscibili , dovrebbe essere, spiega Don Luca Violoni, il primo passo per arginare la marea di un malcontento crescente, senza cedere alla tentazione e all’illusione satanica di permettere al nostro intelletto di perdere ogni carattere di sacralità.

domenica 12 agosto 2007

mostra capolavori del novecento by garret

Domenica 18 Febbraio, si conclude la mostra Capolavori del Novecento italiano, ospitata a Villa Panza, nel locale della Scuderia Grande. Inaugurata il 12 Ottobre 2006, la mostra presenta una quarantina di opere della collezione Gian Ferrari, che la Dottoressa Claudia ha donato al FAI. Esse appaiono qui riunite, prima che un’inevitabile diaspora le porti in altre sedi museali, il che è già accaduto e per le quattro sculture di Arturo Martini, richieste per la mostra monografica sull’autore a Milano (Fondazione Le Stelline) e per l’eccellente de Chirico ( Oreste ed Elettra), reclamato da Padova.
Condizione della donazione della Dottoressa Gian Ferrari al FAI, è che l’intero gruppo di opere sia esposto, in futuro, in un luogo preciso e senza diserzioni. E’ stata scelta, a questo scopo, Villa Necchi a Milano; quella offerta da Villa Panza è quindi una preziosa anteprima.
La mostra propone nomi importanti del gruppo de Il Novecento italiano, formatosi al principio degli anni Venti, sotto l’egida intellettuale di Margherita Sarfatti. Dei sette autori della prima formazione, Marussig, Oppi e Funi compaiono con un’opera ciascuno: Naturisti, in cui si fa centrale lo studio dell’elemento anatomico e la figura umana riacquista tutto il suo peso nella gerarchia supposta dal quadro, Scugnizzo. Oh! La vita!, opera dalla quale, nonostante una scelta rappresentativa quasi fotografica, traspare un sentimento di malinconia e rassegnazione così intenso da sovvertire dal suo interno l’afflato realistico del volto, e Figura di donna, un ritratto di Margherita, sorella di Funi, che, domestica musa ispiratrice, bandisce ogni altro elemento proponendosi sola e unica, e irrimediabilmente sfuggente, signora del dipinto.
Più ampio spazio è dedicato a Sironi, dalle prime esperienze futuriste, all’impegno bozzettistico a quello progettuale nel solco del suo impegno militante per il fascismo; sempre di Sironi La famiglia del pastore, di grande impatto visivo, che propone il tema del lavoro in una geografia astorica ed evocativa e sintetizza la ricerca formale dell’autore nella rappresentazione dell’elemento umano.
Né il novero degli autori accolti nell’esposizione termina qui. Fra gli altri, ampio spazio è concesso alla pittura stenografica di de Pisis e alle nature morte di spiccato sapore metafisico di Savinio, Carrà e Severini. La mostra spazia dalla preistoria di Novecento, rappresentata da autori di stampo futurista come Boccioni o Balla, o di matrice post-impressionista come Gino Rossi, al panorama dei tardi anni Trenta con Fausto Pirandello e Giorgio Morandi, spingendosi fino all’opera di gusto cézanniano del paesaggista lombardo Tosi.
La scelta di esporre le opere della collezione Gian Ferrari, da parte del FAI, a Villa Panza, sembra iscriversi in un preciso disegno e palesare uno scopo altrettanto preciso: creare, cioè, le premesse di un dialogo diacronico fra un’arte riconosciuta ed accettata, come quella degli autori de Il Novecento italiano ,e tendenze più recenti e rivoluzionarie, spesso in linea con il corpo di autori della collezione permanente; tendenze facilmente riconoscibili e felicemente sintetizzate nella precedente temporanea Really really simple, dedicata all’arte ambientale di Richard Long, mostra che prevedeva, tra l’altro, l’utilizzo di ampi spazi del giardino settecentesco della villa.
L’affluenza del pubblico sembra premiare, delle due tendenze, più quella “conservatrice”. Il richiamo di nomi illustri e conosciuti, la possibilità di vedere riuniti autori stimati e apprezzati, ha sempre una forza attrattiva notevole. In attesa di potere fornire le cifre ufficiali attestanti numero e frequenza dei visitatori alla mostra Capolavori del Novecento italiano, una rapida consultazione del libro delle firme e dei commenti nell’anticamera della Scuderia Grande ci illumina sulla loro provenienza e sulle loro reazioni a caldo. Prepotente la presenza italiana, sorretta anche da singoli visitatori francesi, tedeschi ed inglesi e da un nutrito numero di scandinavi. Poche le voci dissonanti, molti gli apprezzamenti: la mostra piace: qualcuno addirittura non ha resistito alla tentazione di improvvisarsi pittore e così, fra nomi e date, giudizi epigrafici o di più ampio respiro, spicca, per esempio, il polipo di Alfred Kubin ironicamente riproposto come un inedito de Chirico.
Eterogenea l’età dei visitatori. Accanto ad un pubblico adulto, appassionato e consapevole, risulta massiccia la presenza delle scolaresche, alcune delle quali certamente attratte anche dall’opzione laboratorio, diversificata a seconda dell’età scolare e volta a una rielaborazione personale e creativa, in veste grafica, dei contenuti assimilati durante la visita.