giovedì 16 agosto 2007

il kamikaze cristiano by garret

Puntuale alle 17 e 30 di ieri pomeriggio, Mauro della Porta Raffo, da perfetto maestro di cerimonie, introduce al pubblico comodamente seduto nella sala superiore del Caffè Zamberletti, in Corso Mateotti. gli ospiti invitati al dibattito sul libro “Il Kamikaze cristiano” ( Bietti Editore, 2006 ).
L’autore Angelo Tondini Quarenghi non è fra questi, relegato a casa da una perniciosa influenza di mezza stagione. La circostanza è meno deleterea del previsto: la sua assenza rende infatti il cenacolo paradossalmente più incline a parlare con franchezza.
E’ così che scopriamo che il protagonista di questa storia, nonostante le ripetute smentite dell’autore, gli assomiglia terribilmente; anche lui fotografo freelance, anche lui incline al viaggio come stile di vita.
Lo spiega Tommaso Picone, per la casa editrice Bietti, mentre riassume brevemente la trama della storia: il protagonista un fotografo sessantenne profondamente scontento di sé, insofferente di ogni forma atta a minacciare una ormai inesistente libertà dell’uomo contemporaneo (e quindi tanto della straniante era tecnologica contemporanea, quanto del fondamentalismo islamico) parte per Kabul deciso a mettere in atto un attentato suicida che sia la risposta all’attacco sferrato l1 Settembre contro il mondo occidentale.
Questa è la piattaforma sulla quale vengono chiamati a intervenire Abd Al-Sabur Turrini, direttore generale della comunità religiosa islamica italiana, Shaykh Abd Al-Wahid Pallavicini, presidente della comunità religiosa islamica italiana e Don Luca Violoni, assistente ecclesiastico all’Università degli Studi dell’Insubria.
Kamikaze letteralmente significa “vento degli dei”: sei secoli prima della Seconda Guerra Mondiale il tentativo mongolo di invadere il Giappone fu vanificato da una inaspettata e provvidenziale tempesta, che ne disperse la flotta.
Il titolo del romanzo è chiaramente un ossimoro provocatorio: la figura del kamikaze è certamente quanto di più lontano si possa immaginare dal precetto evangelico del porgere l’altra guancia, ma il ruolo del kamikaze è, in realtà, altrettanto estraneo alla cultura islamica, per lo meno da quella tradizionale. L’Islam infatti, spiega Turrini ,ha alle spalle 14 secoli di tolleranza e il fondamentalismo è un fenomeno piuttosto recente e circoscritto.
Proprio questo è l’errore nel quale incorre il protagonista del libro di Tondini Quarenghi, quello cioé di accettare un giudizio viscerale sull’altro, fomentato da una società globale che nutre il malsano interesse a far apparire come guerre di religione, conflitti che spesso hanno ben altre motivazioni: le religioni, osserva Pallavicini, uniscono e non separano e l’unica vera gihad è quella che il credente conduce contro il proprio io, per elevarsi e somigliare a Dio.
Striscianti conflitti tra civiltà oscillano fra i due estremi del relativismo lassista occidentale e dell’estrema rigidità del fanatismo; recuperare la grandezza delle reciproche tradizioni, mondarle da ciò che a loro si sovrappone rendendole irriconoscibili , dovrebbe essere, spiega Don Luca Violoni, il primo passo per arginare la marea di un malcontento crescente, senza cedere alla tentazione e all’illusione satanica di permettere al nostro intelletto di perdere ogni carattere di sacralità.

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