venerdì 24 agosto 2007

il vino del millenio by garret

Mentre la Società Filarmonica Samaratese esegue L’Inno alla Gioia, con grande impegno di voci e fiati, Leonardo Tarantini e Gianfranco Costa pongono le loro firme in calce ad un inedito documento.
Il documento suggella un impegno ufficiale e l’avvenuto accordo fra il Centro Internazionale della Pace di Assisi, di cui Costa è fondatore e presidente, ed un’enoteca del territorio samaratese che ha prodotto un limitato numero di bottiglie di vino da smerciare per la raccolta benefica di fondi a favore dei bambini di Betlemme.
Le bottiglie sono tutte numerale e recano l’iscrizione “peace Messanger ONU” e a seguire “Per la pace fra i popoli, Assisi Samarate”; vale a dire: i due poli geografici dell’iniziativa, lo scopo, e il riconoscimento della Società delle Nazioni Unite.
Sono d’obbligo due parole sulla cornice: la VII edizione della manifestazione “Il vino del Millennio” si svolge a Gazzada, nella sala congressi della splendida Villa Cagnola, dove il vulcanico professore Giuseppe Giorgetti è riuscito a radunare un nutrito stuolo di affiliati, provenienti da buona parte del territorio nazionale, una Società Filarmonica (quella di Samarate) e una Corale. Si tratta della corale Giuseppe Verdi, fondata a Samarate nel 1927, 27 voci e 5 fiati, la quale in uno dei momenti più toccanti della cerimonia affronta sotto la direzione di Luca Biasio tre celebri cori verdiani.
Il Centro Internazionale per la Pace dei Popoli, con sede ad Assisi, attivo dal 1978, in quasi trenta anni di attività ha riconosciuto il titolo onorifico di Pellegrino di Pace anche a nomi illustri: da Giovanni Paolo II a Patch Adams, da Gorbaciov a Madre Teresa di Calcutta a Pavarotti. Una delegazione del Centro, riuscì ad ottenere udienza a Washington, durante gli anni dell’amministrazione Regan (quando ancora aleggiava il fantasma della guerra fredda) e un’altra era ai piedi del Muro di Berlino, tempo prima che questo crollasse.
Al ruolo diplomatico del Centro della Pace, si unisca l’impegno concreto: il riconoscimento dell’ONU sottolinea infatti l’adempimento e la partecipazione costante alle missioni di pace. Il centro, oggi, è particolarmente attivo nell’aiuto all’infanzia nei paesi sottosviluppati, con varie iniziative, fra cui quella dell’adozione a distanza (10000 bambini adottati).
E tutto questo con il vino? Perché è stata scelta proprio questa bevanda per promuovere l’iniziativa umanitaria? Fra le righe ci fornisce una risposta Monsignore Luigi Mistò quando parla della pace “come bene supremo raggiungibile tramite un dialogo aperto e franco per un reciproco aiuto e in vista di un reciproco arricchimento” e dello scopo che istituzionalmente ha accolto, in quanto direttore di Villa Cagnola, di promuovere un dialogo fra cultura religiosa e laica.
Non solo il vino è prodotto tradizionale della nostra cultura, legato da sempre alla nostra terra, ma è per definizione bevanda laica e religiosa al contempo, simbolo della Passione, ma simbolo reale caldo nel colore, vivificante nell’aroma, privo di quella fredda concettualità di tanto asettico simbolismo odierno.
Esiste forse catalizzatore migliore per una conversazione franca e diretta?

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