martedì 15 luglio 2008

La prima soluzione

Certo mi rendo conto che la seconda soluzione era un blando compromesso. Era come dire, anzi l`intento era proprio questo, ci siamo sognati tutto. Adelaide, i monaci , il reverendo J. Corradine, tutto insomma , tuttodovuto ad un colpo di sole e allo stress nervoso legato alla presenza piu` che fastidiosa di centinaia di insetti tenaci: le mossche, appunto.Li` alle Devil Marbles, pronte a fare impazzire un turista su dieci.
Non mi stupisco che Mr. Kelly non abbia accettato.
E tuttavia ero mosso dai migliori intenti.
C`e` un dato di fatto e il dato in questione e` che la storia, questa storia, deve finire.
Capiamoci: non lo ho deciso io. E` un`imposizione che viene dall`alto. Dalla redazione. Proprio cosi` quella redazione che ha la sua sede di prestigio all`ultimo piano di quello stupido grattacielo, che comunque passa per il piu` bello di Sydney, progettato dal signor Piano. Gia` Renzo Piano.
E verso il quale sto guidando attraverso il nulla locale, l`outback o come diavolo si chiama.
Proprio cosi`: il fumetto non vende.
Quando cio` accade, all`inizio si aspetta un po`; poi si prende una decisione: si congedano i personaggi con un finale truffaldino, dovuto al fatto che la storia non ha potuto svilupparsi come avrebbe fatto se sorretta da vendite accettabili, e si mandano autori e disegnatori a lavorare su qualche altro progetto, nella speranza che sia piu` remunerativo.
Qualcuno sosteneva che questa storia non avrebbe mai funzionato.
Avevo teso l`orecchio, perche` la verita` spesso e` scomoda a sentirsi, ma molto utile se sentita per tempo.
Avevo teso l`orecchio dunque e programmato di finire la mia storia in un tempo ragionevole, cosi` da non essere costretto a cercare un finale di facciata che dovesse solo e semplicemente mascherare il fatto che la storia non piacesse, interrompendo a meta`quello che sarebbe stato invece il suo normale svolgimento al di fuori di un sistema di mercato.
La storia doveva finire colla prima soluzione.
Certo ragazzi ce la eravamo persi per strada.
Ma in realta` essa e`gia` stata descritta e parzialmente sviluppata:
Mr Kelly, ex Paul Garret, con l`aiuto degli otto nani fa letteralmente saltare in aria la base del reverendo John Corradine, ad Adelaide. Nonche` mezzo quartiere. L`esplosione genera una sfasatura spazio temporale tale per cui un altro quartiere, quello dove c`e` l`alloggio del nostro protagonista, rimane imprigionato in una piega temporale, dove il tempo scorre con due giorni di ritardo.
In attesa di un salvifico intervento dei Fantastici Quattro o meglio della geniale mente di Richards, ma si` ragazzi Gommolo, la soluzione mi pareva ottimale: il nemico sconfitto, le sue schiere di monaci apparentamente sbaragliate e la sua base bruciata e sprofondata nelle viscere dell`inferno.
Non mancava nemmeno la star di grido. Parlo di Mel , certamente.

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