giovedì 24 luglio 2008

IDENTITA` NASCOSTE

Certo qualcuno, magari un po`pedante, avra` pensato: quanto rumore e per cosa poi? no non dico nulla, ma tutto cio` potenzialmente era gia` implicito in un dramma di quell`autore siracusano.
Non saprei cosa rispondere. Figlio di contadini, ragazzo di umili origini, ammetto la mia preparazione lacunosa e la mia ignoranza. Se i personaggi fossero stati sette, invece che sei, avrei potuto scorgere inquietanti rassomiglianze colla storia che abbiamo per le mani e supporre che l`autore fosse magari l`ottavo nano, ma stando cosi` le cose brancolo nel buio e incasso il colpo.
Qualcun altro si sara` perso per strada e si stara` chiedendo qual` e` il punto , dove si vuole arrivare con questo sproloquio.
Il punto forse e` questo: una sorta di autoaccusa. Mi rendo conto che aver voluto pretendere tutto questo da un fumetto e` stata una richiesta eccessiva. E con " tutto questo" intendo proprio il gioco delle parti, autori narratori e personaggi che non stanno al loro posto e si scambiano di ruolo in un continuo carosello.
Non che un fumetto non sia all`altezza o che sia una forma d`arte degradata o bastarda; non che si valga di un target barbaro e rozzo. Non sono di questa idea, anzi credo che le menti piu` penetranti di questa generazione siano giusto fumettisti, soggettisti e disegnatori e ambedue. Ma la confusione dei ruoli e` piu` un gioco letteraio che non da letteratura disegnata. Il mio torto e` forse quello di aver proiettato su un medium problemi e soluzioni piu` pertinenti ad un altro medium espressivo.
Dove, per chi si fosse perso, il primo medium e`il fumetto e il secondo il romanzo.
Tanto per capirci e` come quando il buon Rodriguez e il geniale Miller ( Frank, non George, questa volta!) hanno dato forma filmica ai disegni e alle storie con cui il secondo aveva costruito le cronache della citta` del peccato. Il film e` correttissimo e assai rispettoso nei confronti della fonte originaria, ma nell`ossequio tributato perde le peculiarita` del suo linguaggio e ne risulta un film su un fumetto che non pare ne` un film ne` un fumetto.
E infatti, tornando a noi ,il fumetto non vende e occorre trovargi in fretta e furia un finale, sia anche di facciata.
Il che suggerisce la massima di non giocare coi metadiscorsi quando cio` che fate ha a che fare con un sistema di mercato.
Ma forse il punto e` che allo stadio attuale un finale di facciata pare tutt` altro che spendibile perche`fra autore degradato a personaggio (io) e committente (il mio datore di lavoro) si frappone un personaggio tutt`altro che malleabile.
E cio`ci riporta a Pirandello e al cambio del nome. Credo che la colpa , la colpa di tutta la faccenda in realta` sia sua. Il mio lettore pedante aveva ragione: come tutti, o buona parte, dei siciliani, ci troviamo di fronte ad una mente diabolica: i personaggi che cercano gli autori, i Mattia che diventano Adriano e gli Adriano che diventano Fumattia... E` lui il criminale che debbo, che dobbiamo ringraziare.
E giusto a proposito di criminali, per dirla tutta, cio` che proprio non mi va giu` di tutta la faccenda e` che il mio personaggio abbia deciso di cambiarsi il nome.
lo so, lo so c`era il tema della rinascita.
E c`erano anche una sequela di gags che il cambio di nome permetteva di realizzare.
Non potrei non saperlo giacche` la storia, in fondo, la ho scritta io.
Eppure l`insubordinazione e` profonda. I nomi sono un terreno complesso. Avventurarci fra essi ci porterebbe lontano verso il sacro e il magico agli albori dei tempi, fra i barbari e i selvaggi come direbbe Frazer. Tuttavia, senza andare cosi` lontani, rimane un fatto che abdicare dal proprio nome significa misconoscere il proprio ruolo di figli.
Il nome poi, nei racconti e` una carta di identita`, o per lo meno lo e`stata in quelli dell`ottocento; esso forniva in una parola il sunto estremo dei tratti salienti della personalita` e della storia di chi lo portava. Stando cosi` le cose il nostro uomo gira con un passaporto alterato, ritoccato, fasullo.
Per dirla tutta si` preferivo il nome precedente. Paul Garret era un bel nome.
Non dico che non fosse necessario cambiare identita`, ma forse era il caso di cercarsi qualcos`altro.
Se non fosse cosi` buio e non fossi cosi` stanco andrei ad indagare le mie riserve sul prendere per nome quello del noto fuorilegge australiano.
Invece accosto in una piazzetta isolata lungo l`autostrada e mi preparo per la notte.

Nessun commento: