mercoledì 3 settembre 2008

Non saprei dirvi bene come era accaduto.
Vi ho già spiegato infatti che il mio sguardo non è quello di un veggente e che in questa storia ci sono molte zone d'ombra, molti spazi e durate in cui mi risulta impossibile penetrare.
Di fronte a questo ostacolo posso solo avanzare ipotesi o procedere per elisioni.
Non so cosa fosse accaduto sottoterra. Non so se là giù, nelle viscere del mondo, c'è un convoglio speciale che procede a velocità ragguardevoli o addirittura impensabili coprendo un percorso parallelo a quello che l' Indian Pacific svolge in superficie; o se magari la botola fungeva da porta dimensionale.
Sarò sincero: non ne ho la più pallida idea.
Tutto quello che posso raccontarvi, invece, è che in una calda sera d'estate Mr. Kelly sbucò nell'avamposto minerario di Kalgoorlie.
Così: un attimo prima non c'era nessuno, solo sabbia e calore e un attimo dopo ecco invece il nostro viandante dirigere passi lenti e stanchi verso la città, il suo viale principale addormentato sotto la calura del tardo pomeriggio e i suoi locali malfamti.
Ma qui la mia vista torna a soccormi e si fa precisa e indagatrrice.
Vedo.
E vedo chiaramente.
Ecco Mr. Kelly ruotare una maniglia per scomparire nella penombra di un locale.
Si lascia alle spalle il sole basso nel cielo e una lavagnetta mal'adagiata su un tre piedi di legno zoppicante.
La lavagnetta riporta i nomi delle tre ragazze che servono, in sola biancheria intima, da dietro il bancone birre ai minatori e agli scarsi avventori.
Hanno dei nomi così falsi che mi basta leggerli per dimenticarli.
Stando invece alla categoria, le chiamano Skimpy.
Il lavoro è ben pagato, i minatori le adorano, massicci figuri le proteggono.
Questi ultimi sono i buttafuori che devono garantire l'incolumità delle ragazze e il loro benessere psicologico,
per quanto i minatori, dalle lunghe barbe e dall'occhio lucido, siano soliti comportarsi molto civilmente; semplicemente sono depositari di una sacrosanta verità: che c'è solo una cosa migliore di una birra ghiacciata dopo una giornata di lavoro in miniera...
Vale a dire quella stessa birra servita da una fanciulla piacente, gentile e quasi svestita.
Da parte loro le ragazze sono assolutamente professionali e delle macchine per soldi.
Sanno che ad un certo punto della serata ogni singolo avventore fra il pubblico pagherà una copiosa mancia per vederle liberarsi dal peso superfluo dei loro reggiseni.
Pare che questo sia il modo con cui i minatori di Kalgoorlie bruciano i loro risparmi. Da sempre, o meglio dalla fondazione della città durante la corsa all'oro che la vide sorgere dal nulla a metà del diciannovesimo secolo.
Come diceva il noto drammaturgo inglese: Il mio oro per una scrollata di tette!
Ma questo, signori, non è quel genere di storia.

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