sabato 29 novembre 2008

CARO LETTORE

Caro lettore, chiunque tu sia, ovunque tu sia, se mi hai seguito fino a questo punto, occorrerà ora fare un altro piccolo ulteriore sforzo. Spero verrai a breve ripagato della fatica spesa. Del resto si sà, alla fine tutti i nodi vengono al pettine, ma tale operazione richiede neceseariamente il suo tempo.
Ricorderai che l'uomo col rubino si era fatto un punto di principio che io potessi vedere l'assemblea.
Ricorderai che ha vestito, come una madre puntigliosa e premurosa, i suoi leccapiedi da monaci, per giocarmi uno scherzo, un tiro mancino, che a suo dire meritavo.
Ricorderai anche che, nonostante la mezza promessa di mostrarmi il singolo volto di ogni mio potenziale carnefice, quelli stessi volti sono rimasti fin'ora ben celati da altrettanti cappucci monacali, al punto che, molto probabilmente, avrai avuto il comprensibile sospetto che questi signori siano in realtà i famigerati monaci ombra della chiesa del reverendo Corradine o Brown che dir si voglia.
"Ma come - avrai pensato- non sono tali monaci esseri di fantasia? Personaggi di un racconto a fumetti?"
Non sono la persona giusta per rispondere a questa domanda. Quello che mi preme sottolineare è che questa gente tiene il proprio viso attentamente occultato.
Ricorderai anche, caro lettore, che nel momento critico della votazione a favore del famigerato "lieto fine con probabile prole a carico", prima dell'ingresso dell'ottavo nano, questi signori mascherati si erano alzati quasi tutti in piedi in segno di approvazione.
Solo una manciata di monaci erano rimasti seduti manifestando così una posizione contraria rispetto a quella ampiamente condivisa. Se avessimo contato questi dissidenti avremmo scoperto che erano esattamente in sette.
Il capo, l'uomo col rubino, l'ha fatto.
Capiamoci ... l'ha fatto senza dare nell'occhio, facendo finta di non attribuire importanza alcuna alla cosa, ma , comunque, l'ha fatto.
Quello che ora l'uomo col rubino si sta chiedendo è esattamente quanto segue: "chi sono quei sette tizi?"
Ora devi sapere, caro lettore, che i sette nani non appartengono all'organico degli aventi voto. Sono esterni alla associazione, non hanno quote azionarie nè potere.
Può darsi - pensa il capo - che quei sette dissidenti siano proprio i sette nani. Può darsi che si siano sostituiti a sette aventi diritto e si siano infiltrati in aula.
La cosa più semplice da fare sarebbe quindi di chiedere a loro di palesare la loro effettiva identità, di togliersi il cappuccio, di mostrare il viso.
Se quei tizi fossero realmente i sette nani , così smascherati, altro non potrebbero fare che abbandonare l'aula ; con loro sarebbe anche smascherata la loro impostura.
Perchè allora l'uomo col rubino non intima loro di farsi riconoscere?
Possiamo fare tre ipotesi, almeno a me ne vengono in mente tre.
La prima.
L'uomo col rubino teme che i sette dissidenti siano realmente i sette nani. Teme che non abbiano alcuna intenzione a sottostare ad una democratica votazione. Teme soprattutto che, nascoste sotto i loro sai ,abbiano le loro micidiali picozze e che altro non chiedano che un pretesto per usarle. Insomma smascherarli significherebbe scatenare nel senso proprio del termine una carneficina.
Seconda.
L'uomo col rubino in realtà non è preoccupato dall'identità dei sette dissidenti quanto dal fatto che se questi fossero costretti a mostrarsi sarebbe subito dopo d'uopo che, per una formale questione di trasparenza e per un conteggio appropriato dei voti, anche gli altri monaci avessero a mostrare il loro volto. Se l'uomo col rubino è un collaboratore del reverendo Corradine - Brown o addirittura il reverendo stesso, non ci sarebbe da stupirsi se i suoi simpatizzani, e cioè quasi l'intera platea, fossero monaci mosche. Uno stupido atto intimidatorio nei miei confronti equivarebbe ad un atto di auto-smascheramento dalle disastrose conseguenze.
Terza.
L'uomo col rubino non sa se i sette dissidenti siano o non siano i sette nani. Tuttavia ha fatto un calcolo preciso: sa che se non chiederà loro di mostrare il loro volto, nel computo dei voti - statuto societario alla mano - essi conteranno automaticamente come azionisti del livello più basso. Questa situazione sancirebbe una perfetta parità fra i due gruppi schierati su opposte posizioni: quello dell'ottavo nano coi suoi sette seguaci e quello proprio del capo coi suoi sostenitori.
La soluzione che risolverà il rompicapo mi ricatapulta con un ruolo decisivo entro la mischia.

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