lunedì 10 novembre 2008

Lieto Fine con Probabile Prole a Carico

Emetto giusto un suono quello della prima lettera. E' una vocale : una I. Vorrei dire, starei per dire"Io" per poi aggiungere qualcos'altro, qualsiasi altra cosa, dettata dall'ispirazione del momento. Ma il suono muore lì a mezz'aria.
Sarà capitato anche a voi. Se dite una breve lettera ad alta voce, senza però prolungarne il suono, come se doveste subito aggiungerci una seconda lettera e poi una terza, a formare una sillaba e poi di seguito una parola , una frase, un discorso, se vi interrompete bruscamente dopo la prima lettera e vi azzittite avrete l'impressione che quella lettera non sia mai stata pronunciata.
Dico la mia I, ma non la sente nessuno.
Perchè mi sono interrotto? Facile: il capo ha deciso di porre fine alla snervante attesa, dovuta al mio meditabondo silenzio, prendendo la parola.
Lui parla, io taccio. Niente colpi di testa da partedi mia. Meglio se lui parla. Io e Lui non siamo in competizione. Non ha senso competere con lui, è una guerra persa in partenza. Meglio fargli dire tutto quello che ha da dire e poi togliersi di mezzo, abbandonare la festa, il processo, la farsa e farsi una birra in santapace.
Fra l'altro so cosa sta per dire. L'avrebbe detto comunque, solo se io avessi detto qualcosa avrebbe fatto la sua programmata sparata con un po' più di ritardo. Stando io zitto tutto procede molto più velocemente e agevolmente. Il suplizio è più sopportabile per tutti, me incluso.
Capo incluso. Pubblico incluso, credo. A meno che il pubblico non ami questo genere di situazioni frustranti e imbarazzanti, a meno che dico, non sia un pubblico di vampiri perennemente assetato di emozioni forti o meno forti che siano, parlo delle emozioni.
Ma non penso sia il caso; credo siano lavoratori e uomini d'affari: per loro perdere tempo è un grave vizio, il peggiore forse.
Ecco cosa dice il capo: " Vedo che tace e voglio trarla d'impaccio. Le farò una proposta che non potrà rifiutare. Credo che lei sappia già cosa intendo proporle. E' un pacchetto noto, molto usato, molto sicuro. Lo si vende e lo si acquista sempre nello stesso formato, ma ciò non significa che il prodotto non sia suscettibile di qualche modifica e adattamento. Anzi sono l'elasticità e la flessibiltà del prodotto a renderlo vincente.
Per mettere fine a questa sua storiella inconcludente e dispendiosa e a suo modo sovversiva e di cattivo esempio, le si propone , le si consiglia, ma badi in modo convinto, quasi ferreo, di optare per un LietoFine con Probabile Prole a carico".
Non batto ciglio.
Il capo continua: "Una bella casetta sull'oceano, una moglie, dei bambini, un cane.
Non le piace la casetta? Possiamo sostituirla con un camper con veranda o una vecchia roulotte affossata, ma funzionale.
Sono passati... diciamo quindici anni? Preferisce dieci? Venti? ...Per me è uguale... e il suo personaggio, quello che ora ci dà un sacco di noie perchè si ostina a voler finire la storia a modo suo, quel Kelly - è così che si fa chiamare no?- beh quel Kelly ha messo la testa a posto.
Basta fughe, sparatorie, vampiri, preti folli e queste buffonate. Il nostro uomo ha capito il senso vero della vita, i valori profondi e si appresta a finire in modo dignitoso il suo tempo.
Non dobbiamo entrare nel merito della facenda, dire che lavoro fa, come si chiamano i marmocchi o di che colore è il cane. L'importante è dare l'idea di un uomo pacificato con se stesso e con gli altri."
Sò dove vuole arrivare.
Dice il capo che che questo salto in avanti, nel futuro, permette di riprendere la storia un domani, qualora le statistiche d'acquisto e gli indici di gradimento indichino sia il caso di farlo.
E' uno stratagemma, dice il capo, che allontanando gli eventi nel tempo rende meno urgenti spiegarli.
E'uno stratagemma che il suo gruppo editoriale ha già usato 665 volte con successo.
Nel 20% dei casi, le storie sono state riprese e ampliate con le modalità sopra esposte.
E' una tipologia di finale, LFcPPaC, che mi lascerebbe, insiste il capo, perfino la possibilità di riunire in rituali e frequenti partite a carte o a scacchi, ovviamente sublimazione metaforica del conflitto, protagonista e antagonista della storia.
Mentre magari le loro mogli scambiano pettegolezzi davanti ad una tazza di caffè
E i loro figli giocano assieme sulla spiaggia.

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