mercoledì 26 novembre 2008

Vi dico la verità: non me lo immaginavo così grosso. Basso sì, ma credevo tutto sommato che non avesse quella mole. E' il solito errore che facciamo in molti quando si parla di nani, pensiamo a quelli di Disney o a quelli da giardino. A dire il vero questo non pare nemmeno un nano, finchè non parla almeno. Non pare tanto un nano per quel costume da lottatore completamente fuori luogo qui all'ultimo piano del garattacielo Renzo Piano a Sydney, sala conferenze.
La voce dicevo, quella lo riqualifica subito come un nano, perchè è profonda e cavernosa e ricorda immediatamente gallerie sotterranee e miniere. E' come se vi chiedessero di tradurre il concetto di miniera in un suono: piccozze al lavoro? Assordanti perforatrici pneumatiche? No credete a me, la voce del nano dice di più e dice meglio.
Ho detto nano? Forse volevo dire il nano.Quale? L'ottavo, naturalmente.
Ovviamente il capo osserva il nuovo arrivato con un misto di disagio, stizza e apprensione. Tutti stati d'animo mal celati. Fra l'altro, ora che i miei occhi si sono riabituati alla luce diurna, posso constatare che non mi ero affatto sbagliato riguardo al look scelto dal capo e relativa descrizione. Non manca nemmeno l'anello rosso rubino che manda sinistri scintilli ad ogni movimento delle mani.
"Non mi aspettavo di vederla" commenta un po' imbarazzato il capo, ma senza scomporsi eccessivamente.
"Certo che nò, maledetto bastardo -tuona il nano- pensavi di fregarmi eh? Di impedirmi di partecipare a questa vostra stupida riunione del ..."
Il capo lo invita a moderare i termini, ma è palesamente a disagio. Deve essere rimasto particolarmente impressionato dal modo in cui, entrando, il nano ha spalmato su parete e pavimento, rispettivamente, le due guardie del corpo che a seguito del mio ingresso si erano evidentemente messe a pattugliare l'entrata della sala.
In effetti anche il costume da lottatore fa la sua porca figura. E la mole; credetemi la mole non è affatto irrilevante.
Il barbuto lottatore non si calma affatto. Ha un tono di voce altissimo e articola il suo atto di accusa fra imprecazioni e bestemmie.
Il capo nega ogni capo d'accusa, confidando che non ci siano prove concrete che lo possano incriminare.
Cosa vuole in sostanza quel dannato minatore?
Il capo lo sa benissimo, ma il nano lo ricorda a lui , a me e a tutta la platea vestita carnevalescamente da monaci. Dice, il nano, puntando e muovendo un dito che ingaggia una traiettoria che ci vorrebbe includere tutti quanti, queste testuali parole:
"Nutro un debito molto serio verso Paul Garret o come diavolo si fa chiamare ora. Non vi libererete di lui in quel modo disonorevole, ridicolo e abusato che chiamate lieto fine e non so cos'altro. No per Dio! Gli tributerete onore e rispetto!L'onore e il rispetto che gli dovete!"
In effetti la platea è sensibilmente impressionata, al punto che si sono riseduti tutti nei loro posti. A guardarli si ha l'impressione che, di fronte alla furia e alle minacce di quel piccolo (d'altezza) uomo muscoloso, vorrebbero tutti scomparire, sprofondare.
Questo depone a favore della loro umanità.: se fossero i veri monaci di Corradine- Brown non tradirebbero sentimenti così umani. Ma forse mi sbaglio.
Ora la palla rimbalza al capo. Il capo, già ve l'ho detto non è uno che si fa impressionare. Certo, ciò non significa che sia spavaldo e sottovaluti i suoi avversari; dico solo che non si fa impressionare, sa il fatto suo. Ed ha una carta da giocare. Una carta vincente, vi direbbe lui. Anzi ad essere precisi sarebbe da scrivere due carte: statuto e numeri.
Statuto:
Lo statuto afferma che in questi casi si procede ad una votazione. Quello che voi non sapete, voi lettori dico, ma che in questa aula sanno tutti, dico proprio tutti è che non tutti i voti sono uguali:
Il voto dell'ottavo nano, che è il maggiore azionista della compagnia - per questo la sua assenza risultava in qualche modo sospetta- vale ancora di più del voto del capo.
Il voto del capo vale molto di più di quello di un azionista normale.
Ci vogliono cioè molti azionisti normali per raggiungere il valore percentuale espresso dal voto del capo.
Fra gli azionisti normali alcune persone risultano più importanti di altre e in proporzione i loro voti.
Direte voi: se l'ottavo nano è il tizio con più potere perchè non fa lui il capo?
Il fatto è che il capo riconosciuto, quello col rubino tanto per capirci, può di solito avvalersi di una maggioranza compatta e fedele.
E, con ciò dicendo, abbiamo anche già spiegato la carta chiamata "numeri".

1 commento:

Wolf ha detto...

L'ottavo nano è il vero figo della storia! E pensare che c'è qualcuno che lo identifica con Berlusconi... Ma non sono qui per parlare di politica, quanto del fatto che la storia degli azionisti e del capo mi ha indirettamente tratto d'impaccio in un passaggio del romanzo steampunk. Come dire che soltanto una storia può salvare il mondo, ma soltanto una storia puù salvare un'altra storia...