venerdì 14 novembre 2008

"Avrei dovuto ucciderti molti anni fa".
Mi guarda sorridendo, per come può sorridere la sua faccia deturpata e mostruosa.
Mi guarda e con calma dice: scacco matto.
Scacco matto: i buoni perdono, i cattivi vincono.
Scacco matto.
Questo uomo quindici anni fa ha cercato di uccidermi.
Forse mi sbaglio sono solo dieci anni; o piuttosto venti.
In effetti a volte il tempo mi pare sia passato troppo in fretta.
Del resto, altre volte il tempo pare non essere mai passato.
Prendiamo questa partita: sarebbe forse un errore affermare che è durata dieci anni? O il doppio?
Direi di no. Ed ora io ho perso, questa è la morale. Lui vince ed io perdo.
Inoltre quindici anni fa, o poco meno o poco più, anch'io ho tentato di ucciderlo. Ci sono andato molto vicino, o almeno così credevo. Ho fatto fuori molti dei suoi ragazzi, ho danneggiato alcune delle sue proprietà. Ma ora, tutto ciò non pare avere molta importanza.
Sua moglie e la mia parlano amabilmente di un sacco di cose. Sentiamo le loro voci arrivare dalla spiaggia, fra il battere ritmico delle onde sul bagnasciiuga, mentre osservano giocare i bambini.
Mio figlio e il ragazzo- mosca sono grandi amici. Inseparabili. L'aspetto del secondo non condiziona minimamente il primo.La qual'cosa non manca mai di stupirmi. Forse il mio ragazzo medita di darsi alla politica, coi progressisti e per lui questo altro non è che un buon esercizio.
Nemmeno il cane abbaia più al ragazzo-mosca. Anzi pare nutrire per lui una particolare preferenza, un profondo affetto.
Sembriamo un felice esempio di famiglia allargata.
Quest'uomo a cui i suoi propri folli esperimenti hanno deturpato il volto, è lo stesso uomo che circa quindici anni fa ha minacciato Adelaide e il continente. L'uomo che tutti chiamano e conoscono come reverendo Corradine, anche se in realtà si chiama Jaohn Brown, come lo sceriffo cattivo di una vecchia canzona antillese.
Beve la mia birra, fuma il mio tabacco.
Ammorba la mia vita e quella della mia famiglia.
Mi impone la sua presenza, la vista del suo viso mutante, inguatrdabile, effetto collaterale della sua stessa follia.
Insiste per giocare a scacchi.
Talvolta vince , talvolta perde.
Ma è chiaro che ha vinto l'unica partita che meritava di essere vinta.
E' per questo che sorride sempre.
Avrei dovuto ucciderlo tanti anni fa.

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