lunedì 18 agosto 2008

other days and different planets

Mr. Kelly era riuscito a salire sull' Indian Pacific, che partiva quel giovedì da Adelaide, per il rotto della cuffia. All'ultimo momento; dopo una corsa pazza e surreale attraverso la città. Stava facendo di testa sua, come ricorderete.
Ricorderete anche che indossava una curiosa divisa da monaco.
Il treno si era messo lentamente in moto verso Ovest.
Ancora trafelato, Mr Kelly si era reso conto che non era l'unico monaco nella carrozza . Evidentemente il reverendo Corradine aveva sospettato o previsto questa sua mossa, questa sua possibile direzione di fuga e aveva messo i suoi sgherri a pattugliare.
E a riferire.
Per inciso ciò significava che il reverendo era vivo e vegeto. O forse era morto e sepolto e i suoi accoliti avevano ereditato il suo terribile e nefasto modus operandi.
Tutto ciò significava anche che il viaggio non sarebbe stato facile. Pensate un po' voi essere rinchiusi in una gabbia senza uscita, in corsa per terre desolate e selvagge e desertiche, coi vostri peggiori nemici. Rompere un finestrino e catapultarsi nel Nullarbor, dal latino "nessun albero", significava morte certa. Presumibilmente per disidratazione.
E stenti.
Meglio stare calmi quindi e stare a vedere.
Mr Kelly si calò ancora di più il cappuccio del saio a coprirsi il viso.
Fu svegliato da un sonno leggero e agitato dal controllore del convoglio.
Impossibile dire quanto tempo avesse sonnecchiato.
Il controllore era uno strano uomo. Alto più di due metri, con un improbabile berretto che pareva un residuato della seconda guerra mondiale, parlava con voce artefatta da dietro degli occhiali da sole del tutto superflui nell'oscurità crepuscolare del vagone e da dietro una lunga barba grigia e posticcia.
C'erano problemi col biglietto del signore passeggero, che fu invitato e sollecitato a seguire il controllore che forse era anche capotreno, in un luogo apposito non meglio definito.
I passeggeri guardavano incuriositi. Il controllore li aveva ignorati deliberatamente. Loro e i loro biglietti. Si era diretto nella sua andatura traballante e instabile verso quel singolo passeggero intimandogli di seguirlo.
Anche gli altri monaci, presenti nella carrozza, guardavano incuriositi.
Mr. Kelly si tirò ancora più giù,se possibile, il dannato cappuccio.
Non sapeva cosa aspettarsi. Un pronostico in linea colla giornata lo lasciava protendere per sicure anche se non meglio definibili rogne.
Il controllore aprì un piccolo separè armeggiando con un tintinnante mazzo di chiavi, gli fece cenno di entrare e richiuse la porta alle sue spalle.
Fu solo a questo punto e con mal celata sorspresa che Ned Kelly si accorse che quell'uomo aveva sei mani.
E sei braccia.

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