mercoledì 13 agosto 2008

Hugo Ned e Butch

Butch Cassidy e il suo amico pistolero Saundance Kid hanno l'indubbio merito di aver esteso le frontiere dello West verso Sud. Questa affermazione che sembra andare contro la logica dei punti cardinali e la logica in genere è tutt'altro che falsa. I due inguaribili gentiluomini, e la donna di cui entrambi forse erano innamorati, andarono a finire la loro carriera di fuorilegge nell'america latina.
Roy Hill. dopo aver loro fornito i volti accattivanti e irresistibili di Paul Newman e Robert Redford, li lascia giusto nell'istante prima dell'estrema dipartia in Bolivia, in un fermoimmagine che ricorda il finale del Mucchio Selvaggio e, come quasi nessuno si è accorto è la chiave di lettura, nemmeno troppo segreta di SantaMaradona, che sicuramente molti hanno visto , ma pochi, quindi, hanno capito.
Sepulveda, che, troppo bene ci aveva abituato con quel piccolo gioiello che è "L'uomo che leggeva romanzi d'amore", in un breve racconto successivo - Patagonia Express- trasferisce le gesta dei due ancora più a sud , tra Cile e Bolivia, non pronunciandosi in modo definitivo sulla loro effettiva morte. Le sue pagine hanno un deciso sapore agiografico: Robin ha lasciato il nord del Vecchio continente per il sud del Nuovo.
E Pratt, in tutto questo?
Conoscitore di eroi, di miti, ma soprattutto di uomini , Pratt deve essersi fatto un' idea diversa, che è quella che propone in Tango, quella celebre storia di Corto Maltese nelle cui ultime vignette, il gentiluomo di ventura constata il tramonto di due soli, per quanto, e non potrebbe essere altrimenti, i disegni mostrino un unica grossa, cadente, palla rossa (ma potrei sbagliarmi, per cui -mi raccomando- verificate a casa sul vostro libro di testo).
L'altro sole che tramonta, in modo ancora piu' discreto, è giusto quello del mito di Cassady: ufficilmente morto, o forse ricercato, al riparo di una nuova identità, il ladro gentiluomo aveva messo la sua mano, o meglio la sua pistola al servizio dei ricchi latifondisti del Sud.
Chi dice la verità? Sepulveda? Roy Hill? Hugo Pratt?
Sicuramente la storia di quest'ultimo ha l'indubbio merito di insegnare a chichessia, a voi, come a me a diffidare delle contradizioni in termini: come puo' un ladro essere gentiluomo? Come un assassino un eroe?
I miti sono cose delicate. Un mito puo' essere usato, trasformato, piegato ad un utile contingente e alle verità che occorre che serva, quando si decide di usarlo.
Ecco, nemmeno Ned Kelly, ladro gentiluomo degli antipodi, era proprio uno stinco di santo.
Aveva ucciso della gente, fra cui i tre polizziotti a Glenrowan a cui, pare, sparò dritto nei testicoli, lasciandoli morire dissanguati.
Non proprio una bella persona.
Preferirei che il mio alter -ego non avesse cambiato nome.
"Certo -concludo - mi si potrà dire che il nome di Garret non è molto migliore rispetto a quello di Kelly"
Con un paio di precisazioni d'obbligo, tuttavia.
La prima: il nostro uomo si chiama Paul e non Pat.
la seconda: il suo cognome è Garret con una sola T e non con due.
Queste due semplici precisazione fanno del nostro ex personaggio principale qualcuno di diverso dallo sceriffo rinnegato che sparò nella schiena del suo migliore amico, tale Billy Kid, reo di non aver attraversato il fiume che trasforma i fuorileggi in uomini al servizio dello stato.
Mi sono fatto prendere la mano, anzi la bocca: ho parlato, concitato, accaldato, infervorato. Si vede che il tema mi andava a genio, mi stava a cuore. E, nel svilupparlo, ho scordato il mio auditorio, forse inconsapevolmente incoraggiato dal suo silenzio presumibilmente attento, forse partecipe.
Dove ho guardato per il tempo di questo sproloquio pindarico? Per terra? Per aria? Verso terre e sistemi lontani? Può darsi perchè pronunciate le ultime parole del discorso, mentre le sillabe accentate del fraseggio sono ancora là a mezz'aria incontro i visi del mio auditorio, fino allora se non dimenticato per lo meno trascurato.
Solo che non ci sono visi e non ci sono occhi.
C'è solo un mare calmo di cappucci, più o meno infinito. Riempiono l'aula che è diventata un immenso auditorio e proseguono e si accalcano, ma immobili, oltre le uscite di emergenza e giù per le scale dell'edificio e per le strade della città.
Un mare infinito di cappucci scuri, calati su altrettanti improbabili visi. Sono venuti da ovunque e sono ascoltatori impeccabili .
Ed io ho parlato per loro.
E loro mi hanno ripagato con un'attenzione che oserei definire servile e sconfinata.
Ma se loro sono i monaci ombra, allora chi sono io?

2 commenti:

Wolf ha detto...

Grande colpo di scena! Evocato prima che descritto! In attesa del palesarsi degli eventi, sono in dovere di correggerti, caro signor D: nel finale di "Tango" sono infatti presenti due lune calanti, e non due soli (o un sole)! La vignetta è accompagnata dalla seguente didascalia: "La notte del 20 o 21 giugno sul Rio de la Plata si videro due lune calanti. Un caso curioso. Tutti sanno che si possono vedere due lune crescenti la notte del 13 di quel mese... ma non la notte del 20. Comunque nel giugno di quell'anno si videro molte lune. H.P."

garret ha detto...

Che dire?
Come al solito le possibilità sono almeno tre.
Prima: potrei minimizzare e dire: ma sì lune, soli, pianeti...che differenza fa? In fondo ogni sistema evolve verso gradi maggiori di disordine. Questo spiega fra l'altro che le cattive citazioni sono in fomdo dovute all'entropia.
Seconda possibilità: potrei (ed in effetti dovrei) ringraziare questo mio attento lettore che si trova a suo agio tanto coll'Ariosto che col signor Pratt. E dovrei confessare che sebbene abbia letto Tango, non ne possiedo una copia.
Da qui la citazione sghangherata, di cui e per cui chiedo perdono.
C'è però una terza e ultima possibilità: potrei raccontarvi che esistono almeno due copie a stampa differenti di Tango.
Una molta diffusa e l'altra invece piuttosto rara. Per capire quale possedete non dovete fare altro che controllare il finale della vostra copia. Un compunto statistico vi illuminerà su quale copia avete.