martedì 28 ottobre 2008

ancora animali totemici

Adoro questa città. E' diversa da tutte le altre. In Australia, per lo meno, non ha euguali, neanche Brisbane, non certo Melbourne. E' moderna: di più, avvenieristica ...e paradossalmente a misura d'uomo. Potete andare da un angolo all'altro di Sydney usando il sistema dei parchi, potete girarla semplicemente passeggiando. Perdervi e ritrovarvi, come nella canzone dei Judas' Priest.
I parchi sono pieni di sorprese. Angoli esotici, giardini botanici, colonie di chirotteri, quelli dal caratteristico pelo rosso, specie non indigena, più noti come volpi volanti.
Osservare le volpi volanti penzolare pigre dai rami degli alberi nei recessi del parco cittadino, coi piedi, i vostri, i miei, saldamenti ormeggiati nel guano è un ottimo esercizio, una pratica di saggezza. La specie in questione non è indigena e solo tollerata dalla popolazione locale. La popolazione locale sono gli abitanti di Sydney che come tutti gli australiani hanno il sacrosanto terrore pere tutte le specie non autoctone; come già sapete nella mente degli australiani dalla vicenda dei conigli importati in poi, il loro continente è percepito sempre come sul bordo della voragine del rischio ambientale.
Ma questi chirotteri sono profondamente gasanti. Per un autore di fumetti come me, hanno un profondo significato ed esercitano una profonda eco emotiva. Simboli viventi. Non c'è solo il pipistrello, ma anche la volpe, lì su a penzolare da quegli alberi. Batman e Zorro, volpe appunto.
Voi che non siete addetti ai lavori non ricorderete tutto quel riscrivere storie ed episodi per affermare una diretta discendenza dell' oscuro protettore di Gotham dallo spadaccino mascherato.
Voi vedreste, stando qui dove mi trovo io, solo buffi animaletti a testa in giù.
Io invece ci vedo dichiarazioni di principio.
E' strano: questa storia era incominciata proprio sotto il segno degli animali totemici...Che abbia in fondo una sua coerenza?
Cerco di pensare ai chirotteri anche quando esco dal parco e poi quando, dopo l'ingresso nella prestigiosa hall,
un ascensore mi porta rapido all'ultimo piano del grattacielo, alla sede designata. Il pensiero in questo contesto forse ne vale un altro, o forse no. E' giusto un modo per tenere il cervello impegnato su qualcosa che i miei giudici non possano controllare.
Un modo semplice ed indolore per affermare una differenza fra di noi.
Eccomi al piano. L'ascensore si apre. Le porte scivolano con classe , un campanello emette due note eleganti a sottolineare l'evento meccanico. La porta degli uffici è ad una decina di metri. Il corridoio di solito luminoso fino all'inverossimile e foriero di una vista mozzafiato sulla baia e il fiume, è stato inspiegabilmente oscurato da pannelli semimobili di ultima generazione.
La porta è socchiusa,evidentemente sono atteso.
Ma dallasala interna non filtra luce.
Busso, spingo ed entro.
"La stavamo aspettando" recita gelida la voce del capo.
"Chirotteri" rispondo a mia volta, scandendo bene le lettere e senza lasciarmi impressionare.

Nessun commento: