mercoledì 28 maggio 2008

La storia del leone e` la piu` facile e forse quella che mi piace di piu`. Ora c`era questa puntata del Voltron, in cui i cinque leoni momentaneamenti sconfitti dalo scontro con un`entita` aliena che avrebbe dato del filo da torcere allo stesso Armageddon (mi riferisco all`assassino di Superman, nella nota storia di Jurden, `ultimo grande evento mediatico pre-mediatico) vagano aggregati nel noto robot nelle regioni piu` lontane dell`universo, finche` non incappano in Dio Padre. Dio Padre dice: ragazzi non prendetevela non si puo` sempre vincere. E anche: Personalmente vi ho sempre stimato un casino. La proposta che fa loro e` dunque la seguente. Qui non si sta veramente male, non per niente e`casa mia, rimanete qui che ve lo siete guadagnato. Certo se ci tenete particolarmente io vi posso mandare indietro infrangendo le leggi fisiche che governano questa remota landa dell`universo, ma -detto fra noi - chi ve lo fa fare? Sangue, sofferenza, lacrime e sudore per cosa poi? Per guadagnarvi un Paradiso che vi siete gia` guadagnati!
Come, come, come? Volete tornare?
Ora ritengo che questa ata pagina di epica e teologia si sia impressa nella mente del bambino mischiandosi al mito junghiano della coperta di Linus e originando il ben noto leone di pezza, che per una inverossimile traslazione da oggetto diviene soggetto, detto facile fa la parte di Dio , la dove il Fu Garret fa quella del leone.
Come, come, come?
Capisco. La domanda e` pertinente. Diciamo pure che e` il nocciolo della questione. Questa sollecitazione inconscia per il protagonista, conscia per l`autore ridisegna, o forse a tratti cancella il confine fra i due. E abbiamo anche i sette nani in lista di attesa, che bloccano la fila...

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