martedì 29 aprile 2008

Mi rendo conto che parte del problema sta nel come viene presentato. A volte una certa forma puo` creare aspettative misteriose, a discapito di un contenuto non dico necessariamente banale o ordinario, ma almeno normale. Vi sara` capitato, che a scuola un vostro profio abbia scelto di prenderla alla lontana per vincere la vostra incrollabile noia, sollecitare la vostra fantasia e catturare la vostra attenzione. E poi magari l`argomento della lezione era l`apparato riproduttivo del triceratopo, qualcosa insomma su cui non avevate alcun interesse o nutrivate alcuna aspettativa.
Facciamo un`altro esempio. Cosa mi direste difronte al fatto incontestabile che nella parte meridionale dei territori del nord c`e` una strada fantasma? Una strada che corre per ben 300 km, ma non e` segnata su di alcuna cartina? Ora trecento k. di strada in un posto dove le suddette scarseggiano, sono impraticabili anche per otto mesi all`anno per condizioni metereologivhe avverse e sono per lo piu` piste sabbiose che si perdono nel deserto, o vaghi sentieri appartenenti a quei privati le cui proprieta` tali sentieri fiancheggiano per miglia e miglia,
trecento k dicevo non sono una sciocchezza o un orpello, perche` mai come nel deserto e` vero quell`adagio di Kerouac che recita: la strada e` vita.
Tuttavia la spiegazione c`e` ed e` piuttosto semplice. La strada fiancheggia la ferrovia, la grande ferrovia che congiunge Adelaide a Darwin, attraversando tutto il continente da sud a nord e viceversa e che il treno percorre una volta alla settimana in ogni senso di marcia.
Non solo: la strada appartiene alla ferrovia. Essa non vuole noie ai suoi piedi e conta, qualsiasi cosa dovesse accadere, su un canale sicuro e affidabile, fosse anche per fare arrivare dei soccorsi in caso di deragliamento del convoglio, o attacco alieno.
Questo e` un caso in cui un certo linguaggio cela un contenuto ragionevolmente ordinario. Sarebbe pero` un errore ritenere che ogni mistero sia un vizio della forma, una trovata pubblicitaria. Senza spostarsi di molto dal tragitto fantasma, sempre nei pressi di Alice Spring, non piu` di qualche centinaio di km nel deserto, esistono strane grotte con strane incisioni. Alcune di queste, parlo delle incisioni, ricoprono anche alcuni lastroni ben visibili, posti cioe` a cielo aperto, per quanto mischiati ad altri cumuli di pietra.
Il linguaggio delle incisioni , dicono gli esperti risulta appartenere ad una culura pre-aborigena e non e` stato decifrato, benche` qualcuno di loro abbia notato impressionanti somiglianze con un linguaggio che appare su altri reperti archeologici rinvenuti inNew Mexico. Altro classico, quello del trasporto: le pietre non sono autoctone, ma provengono dalla costa. Benche` non abbia capito quale costa , resta il fatto che ci troviamo al centro del continente. Se avete scorto un cammello fra le dune, siete su una falsa pista: sono stati importati meno di duecento anni fa.
So che qualcuno di voi si stara` chiedendo se ho avuto modo di verificare queste informazioni, controllando le fonti per esempio, giacche` cosi` si fa, dicono, del sano lavoro di ricerca.
Assolutamente no, questo non e` un articolo scientifico: mi sono limitato ad osservare le lastre e a chiedermi per quale ragione la nostra guida non facesse cenno, dato le premesse strepitose, a quella piccola testa da alieno che compariva chiara e netta scolpita nella pietra e in secondo luogo per quale ragione avesse sorvolato cosi` velocemente sulla genesi della depressione circolare che anneriva la sabbia li` nei pressi.
E poi: cosa aveva pensato quella mattina preparandosi al lavoro? Solo un idiota poteva indossare un doppiopetto nero nel deserto.

sabato 26 aprile 2008

COMPLOTTI

In quanto a questo genere di cose esistono due atteggiamenti estremi. La domanda e`: esistono gli ufo? La consorella, d`obbligo ovviamente, riguarda gli alieni e cioe`:esistono? A meno che si accetti l`idea bizzara che i dischi volanti percorrano gli spazi siderali senza nessuno a bordo, il che proverebbe l`avvenuto predominio , da qualche parte, di una intelligenza meccanica, e quindi in ultima istanza aliena. Torniamo ai due atteggiamenti. Li conssideriamo come i due poli di una serie varia e infinita- ammesso che i punti, anche quelli metaforici,non abbiano estensione- di posizioni intermedie. C`e` chi propende per l`assolutamente si`, chi per l`assolutamente no. Fin qui nulla di sostanziale, ci siamo solo scaldati. I primi: invocano, fra l`altro -questo excursus non vuole essere scientifico, ma estemporaneo e come tale puo`, anzi deve essere, episodico e saltuario- architetture complesse, come quelle in Messico, percepibili solo da un punto di vista aereo e di eta` veneranda, di quando gli uomini quindi non volavano. Al di la` delle prove supposte portate, e` interessante la teoria del complotto: l`ufologo convinto deve in qualche modo darsi una ragione del perche` il resto del mondo non la pensi come lui, la` dove tutto il materiale empirico da lui raccolto pare avere il carattere dell`evidenza. Il complotto puo`avere natura aliena, terrestre, o essere un accordo segreto fra esponenti delle due nature. Il terzo punto or`ora elencato si da` in alcune varianti: un`intera popolazione aliena si accorda con una minoranza terrestre,oppure l`accordo riguarda due minoranze. La minoranza terrestre puo` essere stata scelta o per le sue doti morali o per quelle immorali. In ambo i casi emerge l`immagine di un protettorato occulto con un fine filantropico, prima ipotesi, o dispotico, seconda pssibilita`. Ma se il complotto ha una matrice completamente terrestre, se cioe` e` ordito a discapito di una presunta o presumibile intenzione degli alieni a svelarsi, esso non puo` che essere la lucida decisione di un gruppo di potere che per fini egoistici vuole celare la verita`. Ecco nascere la tesi dell`esistenza degli "uomini in nero" che si adoperano, citando un grande classico del fumetto nostrano partorito e sopravvissuto agli anni ottanta ( ma certo: M.M), affinche`la verita`rimanga quella che si trova sui libri di scuola e le lezioni di storia assolutamente piu` noiose. E` facile immaginare che questi signori abbiano una prole numerosa a carico e cerchino in tutti i modi di riciclare da un anno scolastico all`altro i libri di testo. Comunque l`idea di un complotto intestino e` molto piu legata alla storia di quanto si pssa credere, in particolare a quella degli ultimi cinquant`anni.L'intestino in questione e` quello del corpo della nazione americana che dagli anni 60 in poi si e` trovata di fronte allo iato fra una verita` di facciata spesso palesamente costruita e quindi smaccatamente falsa e l'azione indecifrabile di celati focolai di potere occulto. Quindi gli uomini in nero sarebbero tanto coloro che negano la realta` della vita extra terrestre quanto coloro che si sono adoperati per celare l`identita` dei veri assassini di Kennedy.
E`interessante ora notare che la tesi del complotto sorregge anche coloro che ostentano la piu` totale sicurezza riguardo l`inesistenza della vita aliena. L`incremento di strane storie su oggetti volanti non identificati avverrebbe proprio passata la soglia critica dei primi anni `50, in concomitanza coll`affermarsi della guerra fredda, in giorni in cui le due emergenti potenze nucleari avevano enorme interesse ed altrettanta fretta di sperimentare nuove soluzioni nelle aree geograficanente idonee dei loro territori o in quelle desertiche e simili di altri paesi. Il trip alieno diverrebbe allora la brutale e ingenua mistificazione operata da chi non vuole che si sappia a danno di chi non vuole sapere.
La mia personale opinione? A livello di complotto intestino in un modo o nell`altro il problema ufo mi affascina.Il problema deve restare aperto in attesa di eventi che supportino una delle due tesi illustrate piuttosto che l`altra. e poiche` la realta` ,come disse una volta il vecchio Guglielmo, ha spesso una marcia in piu, paradossalmente proprio quella per l`iperspazio suppongo,` della fantasia non mi stupirei se le tesi non fossero inconciliabili.
Facendola facile: se mi alzo la mattina, ovunque sia, qualsiasi cosa stia facendo, trovo la possibilita, che in cielo possa accadere qualcosa di inspiegabile o difficilmente spiegabile, piu` gasante che quelle offerte dalla vita grigia di chi ha i piedi ben piantati al suolo e non crede nei complotti.

venerdì 18 aprile 2008

ufo

Tennant Creek, nel cuore dei territori del nord, ha fama, occulta, di sorgere su un crocevia dei sogni. Lo conferma la guida, ma potete constatarlo di persona la mattina appena svegli, messi piu` o meno coscientemente di fronte, anche se retrospettivamente, alle assurdita` della notte. Un pub a pochi km a sud dalla citta`si propone come centro non ufficiale di ufologia. Non ne faccio il nome per discrezione, ma anche questa informazione e` reperibile sulla carta stampata o nella realta` virtuale, sotto la voce curiosita`. Non potevo non soddisfare la mia curiosita`, alimentata anche da una lunga conversazione notturna con un aborigeno logorroico che mi aveva battuto a carte, in quei di Carnavon. Egli sosteneva di aver avvistato una nave aliena nel cuore della notte, o meglio, era stato pietrificato, in senso metaforico, ve lo consento, da un fascio luminoso in pieno deserto, mentre guidava il suo cammion.

mercoledì 9 aprile 2008

PERCHE' QUESTO RACCONTO FINISCE QUI

ovvero, sull`impossibilita` di essere Paul Garret.
Garret e` una creazione di un brillante scrittore varesino, che i piu`, parlo degli affezionati di queste pagine telematiche, conoscono. No, non Davide Gagliardi, ma un tale Michele Gazo. Nella versione inedita di "La Nazione Aliena", episodio zero, che mi capito` di leggere parecchi anni fa, dei tre personaggi principali, Garret era quello che prendeva a pugni il sacco. Una presentazione niente male, mi sbilancio: una delle 9 presentazioni piu' gasanti nell'intera storia del genere.
Quale genere? Letteratura per quelli come me.
Un sottogenere, direte voi.
Sia anche, ma e`quello che bazzico io.
Ora garret non si limitava a prendere a pugni il sacco. Smetteva quando l`avventura, nelle persone dei suoi due illustri compari e delle loro chimere, bussava alla sua porta. Errore, direte voi: l`avventura entra senza bussare! Concesso, e`esattamente quanto stavo sostenendo.
E, fatti tremare i pilastri del mondo, caro Giorgio, Garret tornava al suo sacco, pronto, tuttavia, da li` a poco, forse, e previa chiamata, a rituffarsi nei gorghi della vita; sorprendente circolarita`questa, quasi orientale, in cui l`elemento di progressione verticale e`quasi negato e si ha quasi l`impressione che l`universo sia costituito da elementi finiti, tali cioe` da riamalgamarsi in situazioni ricorrenti.
Per farla breve, Garret esprime uno stato di benedizione concesso, a fasi alterne, ad ognuno di noi, ma solo per brevi, lunghi attimi: l`attimo in cui tutta la forza e` concentrata in un`esercizio ad alto valore simbolico, in cui siamo solo quello che vogliamo essere, senza nemmeno rendercene conto: senza posa, senza finzione.
Ora trasformare uno stato momentaneo, quel Garret,in uno stato permanente,il mio personaggio, e` stato un errore, per quanto dovuto alle migliori intenzioni. Faccio quindi pubblica ammenda e mi scuso per la confusione generata. non ho idea se il nostro uscira` dalle viscere della terra, in tal caso bisognera` fornirgli un nome nuovo, una seconda identita` , portarlo insomma a nuovi natali.
E ora, signori, pagato il mio debito, me ne vado a prendere a pugni il sacco.